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Prendiamo il sole su spiagge coperte di plastica e rifiuti: così ci inquiniamo da soli

É uscito Beach litter 2018, l’indagine di Legambiente sull’inquinamento nelle nostre spiagge. Grazie ai suoi volontari sono state monitorate più di settanta spiagge documentando una situazione allarmante. La presenta di rifiuti plastici nella sabbia dei litorali italiani e nella pancia di diversi organismi marini ci deve portare a riflettere sull’uso di questo materiale.
A cura di Lorenzo Fargnoli
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Legambiente ha pubblicato Beach litter 2018, un'indagine sulla presenza dei rifiuti nelle spiagge italiane e nei nostri mari. Attraverso i suoi volontari ha controllato 78 spiagge in un’area complessiva di 416.850 metri quadri, trovando 48.388 rifiuti con una media di 620 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia (lineari) campionata, 6,2 per ogni metro. Una vera e propria emergenza planetaria si sta consumando. Per più di per 180 specie marine l'ingestione di rifiuti plastici sta diventato un serio problema, generandone sempre più spesso la morte prematura o finendo nelle nostre tavole con effetti non ancora del tutto chiari sulla nostra salute.

Materiali trovati

  • plastica (80%)
  • vetro/ceramica (7,4%),
  • metallo (3,7%)
  • carta/cartone (3,4%)

Fra i materiali ovviamente la plastica la fa da padrona a causa del suo utilizzo massivo nella produzione di oggetti usa e getta, vero e proprio controsenso per un materiale quasi eterno. Vetro e ceramiche vengono per lo più da bottiglie e materiale da costruzione, la presenza del metallo è causato dalle lattine di alluminio e la carta è dovuta all'abbandono di tovaglioli o pacchetti di sigarette. Il 42% degli oggetti totali è riconducibile a rifiuti urbani.

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Rifiuti sui quali stendiamo l'asciugamano

  • 16,9% 8.192 Pezzi di plastica
  • 8,3% 4.006 Tappi e anelli di plastica
  • 7,8% 3.782 Cotton fioc / bastoncini
  • 7,7% 3.749 Pezzi di polistirolo
  • 5 6,3% 3.034 Bottiglie e contenitori di plastica per bevande
  • 6,1% 2.960 Mozziconi di sigarette
  • 4,1% 2.004 Bicchieri, cannucce, posate e piatti di plastica
  • 3,1% 1.507 Materiale da costruzione
  • 2,6% 1.274 Reti o sacchi per mitili o ostriche (calze)
  • 2,1% 1.027 Bottiglie di vetro (e pezzi di bottiglia)

I pezzi di plastica, residui disgregati da onde, sole e tempo di vecchi oggetti, vincono il primato di presenze balneari anche quest'estate. Diventeranno in futuro microplastiche, contaminando con effetti ancora non chiarissimi tutta la catena alimentare e quindi anche il suo apice, l'uomo. Al terzo posto con quasi l'8% dei ritrovamenti complessivi c è il bastoncino del cotton fioc, spesso scaricato erroneamente nel w.c. di casa. Su questo versante sta per essere emanato un emendamento alla legge di bilancio del 2019, in cui si decreta l'obbligo di biodegradabilità e compostaggio di questo oggetto.

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Soluzioni. Le soluzioni vanno ricercate in una concertazione di più settori. Con la cultura insegnando e promuovendo il riciclo di materiali plastici e impedendole l'abbandono, incrementando il "litter fishing", magari sostenendo i pescatori per ogni tot materiale plastico recuperato con le loro reti e con una più sensata produzione che ad esempio non permetta la dispersione di tappi delle bottiglie o come è stato ultimamente fatto con le buste della spesa, incrementando i materiali biodegradabili.

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