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Possibile vita su Venere, astrofisico Masi: “Cautela, ma indizio intrigante e inaspettato”

Tra i pianeti del Sistema solare Venere sembrerebbe essere tra i candidati meno ‘appetibili’ dove cercare tracce di vita, a causa delle sue proverbiali caratteristiche infernali, tuttavia è proprio sulle nubi venusiane che gli scienziati hanno trovato un indizio sibillino, una molecola che sulla Terra è associata a processi biologici. Abbiamo chiesto un commento all’astrofisico Gianluca Masi, responsabile scientifico del Virtual Telescope. Ecco cosa ci ha raccontato.
A cura di Andrea Centini
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Fosifina su Venere. Credit: ESO / M. Kornmesser / L. Calçada e NASA / JPL / Caltech
Fosifina su Venere. Credit: ESO / M. Kornmesser / L. Calçada e NASA / JPL / Caltech

L'annuncio della scoperta della fosfina nell'atmosfera del pianeta Venere ha fatto rapidamente il giro del mondo, dato che questo composto chimico (formato da un atomo di fosforo e tre di idrogeno) sulla Terra è intimamente connesso all'attività biologica di batteri che vivono in ambienti privi di ossigeno o a processi industriali. Gli autori della ricerca, un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università di Cardiff, si sono detti "scioccati" quando hanno individuato la ‘firma' di questa molecola durante l'analisi spettroscopica, la cui presenza è stata confermata da analisi approfondite condotte con strumenti sofisticati, come il radiointerferometro ALMA. La sua esistenza e in determinate concentrazioni, infatti, suggerisce che sul pianeta più vicino alla Terra possano esserci microorganismi alieni in grado di produrla: potrebbe essere la prima prova della vita al di fuori della Terra. Abbiamo chiesto un parere su questa scoperta potenzialmente epocale all'astrofisico Gianluca Masi, Dottore di Ricerca in Astronomia, fondatore e responsabile scientifico del Virtual Telescope e coordinatore per l’Italia di Asteroid Day. Ecco cosa ci ha raccontato.

Dottor Masi, cosa ne pensa di questo annuncio? Potremmo davvero aver trovato la prima prova della vita al di fuori del nostro pianeta?

Gli studiosi che hanno firmato questo articolo lo hanno pubblicato su Nature Astronomy; non dico che sia una garanzia, ma si tratta di un'indagine notevolissima. Loro sono consapevoli che resta moltissima di strada da fare, ma è comunque un indizio interessante, inaspettato. Non ci stanno dicendo che ‘è fatta', che abbiamo trovato la ‘firma della vita', ma tra le tante opzioni che bisogna ancora considerare, ad oggi noi non possiamo escludere quella. Questo va riconosciuto. Ma come diceva il grande Carl Sagan, “affermazioni straordinarie hanno bisogno di prove straordinarie”. Ci sarà molto da lavorare, però ritengo che la scoperta merita senza dubbio tutti gli approfondimenti del caso. L'indizio è forte. Si fa sempre in tempo a fare un passo indietro, ed è bene farlo a ragion veduta.

Qual è l'aspetto che l'affascina di più della scoperta?

È un bella notizia perché al netto di tutto ci consegna la sensazione che anche vicino casa – Venere sta dietro l'angolo – si riescono a fare scoperte affascinanti. Questo tradisce un po' la percezione comune, secondo la quale solo dagli angoli remoti dell'Universo possano arrivare chissà quali sconvolgenti novità, come se il ‘pianerottolo di casa' fosse conosciutissimo, noioso e scontato. E invece non è così. Il pianeta più vicino a noi ci ha riservato questa notizia che motiverà sicuramente approfondimenti. È una notizia intrigante, senza ombra di dubbio.

Dove pensa ci porterà questa scoperta?

Quello che posso dire è che sono rimasto piacevolmente sorpreso da una novità così eclatante, che come detto arriva da un corpo celeste che tutti davano un po' per scontato e poco interessante da quel punto di vista. Lo abbiamo spesso liquidato come l'inferno planetario, la materializzazione dell'inferno dantesco, e ancor prima poi di stabilire quale sarà la reale giustificazione di questi dati osservativi, ci sta dando comunque un grande brivido. Questo secondo me è significativo quanto il contenuto scientifico della notizia. Ci saranno sicuramente proposte di missioni sul posto. Promuoverà senz'altro qualche proposta spaziale specifica. La sensazione che si possa predisporre uno studio sul pianeta motivato da queste osservazioni, è fortissima. Venere è anche un corpo celeste vicino, quindi è plausibile come opzione. Di certo è un pianeta che non smette di sorprendere.

Se arrivasse la conferma della vita su Venere, si può ipotizzare che essa sia molto diffusa

Qualora dovessero esserci delle conferme sostanziali e definitive, è chiaro che essendo presente la vita “all'inferno”, figuriamoci altrove. Sinceramente non mi aspettavo una notizia di questo sapore, ancor prima di tutti gli approfondimenti che verranno fatti a confermarla o a confutarla. Che fosse Venere a darci l'input per studi di questo tipo mi ha davvero sorpreso. Tutti gli studiosi che si occupano di questo argomento da questo momento non dormiranno la notte per predisporre osservazioni aggiuntive o appunto per ragionare su approcci ancora più importanti, col coinvolgimento di una specifica missione spaziale motivata dai risultati.

Lo scetticismo sembra comunque essere predominante

L'annuncio è stato fatto da specialisti del campo che hanno adoperato strumenti di grande prestigio, tra cui l'ALMA in Cile e il telescopio specifico su quelle lunghezze d'onda sul Mauna Kea, alle Hawaii. Abbiamo visto in passato degli errori clamorosi, come la storia dei neutrini più veloci della luce, poi smentita poiché erano stati fatti errori di misurazione. Neanche lo scienziato di lungo corso è al riparo da simili incidenti, ma è chiaro che sono coinvolti scienziati di istituzioni prestigiose, che hanno adoperato strumenti prestigiosi, che hanno esperienza, e che dunque meritano attenzione. Saranno loro senza dubbio per certi versi i più scettici. Se avessi tra le mani un risultato di questo calibro potenziale sarei la persona più preoccupata; certo, non vedrei l'ora di darla questa notizia, la nostra vocazione è quella di essere i primi, come nello sport e in altri ambiti, però la coscienza scientifica ti porta ovviamente a essere cauto, e prima di fare annunci di questo genere bisogna essere strasicuri. Loro sono stati onesti, ci dicono che hanno considerato tutta una serie di possibilità che non sarebbero in grado di giustificare quelle quantità di fosfina osservate, tuttavia ce ne saranno moltissime altre da tenere presenti, come processi che non si conoscono o che dobbiamo ancora valutare. A mio parere l'annuncio è stato fatto in modo corretto, come mi aspetterei da studiosi e colleghi di questo valore.

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