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Covid 19

Più è elevato l’Indice di Massa Corporea maggiore è il rischio di contrarre la Covid

Analizzando i dati di decine di migliaia di pazienti ricoverati in ospedale tra marzo e dicembre 2020, un team di ricerca israeliano del The Chaim Sheba Medical Center ha determinato che il sovrappeso e l’obesità aumentano il rischio di contrarre l’infezione da coronavirus SARS-CoV-2. Le probabilità di contagio salgono del 2% per ogni aumento di 1 kg / m2 nell’Indice di Massa Corporea.
A cura di Andrea Centini
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Le persone in sovrappeso o che soffrono di obesità hanno un rischio sensibilmente superiore di contrarre l'infezione da coronavirus SARS-CoV-2. Le probabilità di contagio aumentano significativamente all'aumentare dell'Indice di Massa Corporea (BMI – Body Mass Index), con il rischio massimo osservato nei pazienti con obesità patologica o di classe III, ovvero con un BMI pari o superiore a 40,0 kg / m2. In base ai calcoli degli scienziati, per ogni aumento di 1 kg / m2 dell'indice di massa corporeo le probabilità di risultare positivo al tampone molecolare salgono del 2 percento.

A determinare l'associazione tra sovrappeso, obesità e rischio di infezione di contrarre la COVID-19 è stato un team di ricerca israeliano composto da medici e scienziati del The Chaim Sheba Medical Center – Tel-HaShomer, Ramat-Gan. I ricercatori, coordinati dal dottor Hadar Milloh-Raz, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato statisticamente i dati di decine di migliaia di pazienti ricoverati presso il centro ospedaliero tra il 16 marzo e il 31 dicembre del 2020. Indipendentemente dalla condizione clinica manifestata all'ammissione in ospedale, tutti quanti i pazienti sono stati sottoposti a tampone oro-rinofaringeo per rilevare l'eventuale positività al patogeno pandemico.

Dall'analisi delle cartelle cliniche degli oltre 26mila pazienti ospedalizzati nel corso dei dieci mesi in esame, il dottor Milloh-Raz e i colleghi hanno potuto determinare le probabilità di risultare positivi in relazione all'indice di massa corporeo. Tra tutti i pazienti testati, in 1.178 sono risultati positivi al coronavirus SARS-CoV-2. Nello specifico, tra i 9.408 normopeso (BMI 18.5 – 24.9 kg / m2) sono risultati positivi in 307, pari al 3,9 percento; tra i 9.895 in sovrappeso (BMI 25 – 29.9 kg / m2) i positivi sono stati 466, pari al 4,71 percento; tra i 4.779 che soffrivano di obesità di classe I (BMI 30 – 34.9 kg / m2) sono risultati positivi in 234, pari al 4,90 percento; tra i 1.506 pazienti con obesità di classe II (BMI 35 – 39.9 kg / m2) i positivi sono stati 80, pari al 5,31 percento; tra i 442 pazienti con obesità di classe III (BMI uguale o superiore a 40,0 kg / m2) i positivi sono stati 31, pari al 7,01 percento.

Incrociando tutti i dati, gli scienziati israeliani hanno determinano che le persone in sovrappeso avevano un rischio del 22 percento superiore di contrarre la COVID-19 rispetto ai normopeso. Chi soffriva di obesità di classe I aveva un rischio superiore di infezione del 27 percento, che saliva al 38 percento per chi soffriva di obesità di classe II e fino all'86 percento per chi soffriva di obesità di classe III o patologica. Gli scienziati ritengono che questa correlazione con l'eccesso di peso possa essere dovuta al fatto che l'obesità può alterare la risposta del sistema immunitario, rendendo le persone più suscettibili alle infezioni virali, come appunto la COVID-19.

Gli scienziati hanno determinato che l'associazione tra obesità e rischio di contrarre la COVID-19 era significativa anche dopo aver aggiustato i dati per età, sesso e altri fattori di rischio noti. Per quanto concerne le comorbilità (patologie preesistenti), i ricercatori israeliani hanno determinato che i diabetici avevano un rischio maggiore del 30 percento di risultare positivi e gli ipertesi addirittura 6 volte più elevato (ipertensione e diabete sono due delle condizioni più associate alla mortalità per COVID-19). Le persone che avevano una storia di ictus, di malattia ischemica cardiaca e di malattia renale cronica avevano invece un rischio inferiore di risultare positivi rispettivamente del 39, 55 e 45 percento. I dettagli della ricerca sono stati presentati durante una conferenza stampa del Congresso europeo sull'obesità 2021 che si sta tenendo in forma virtuale in questi giorni.

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