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Pitone di 65 anni depone sette uova, ma non ha contatti con i maschi da almeno 15 anni

Un pitone femmina che non vede un maschio da almeno 15 anni ha deposto sette uova allo Zoo di Saint Louis. L’esemplare è il più longevo noto per essere ospitato in un giardino zoologico. Secondo gli scienziati ha sfruttato la fecondazione ritardata, trattenendo lo sperma per tutto questo tempo, oppure si è riprodotta per partenogenesi facoltativa. Ecco di cosa si tratta.
A cura di Andrea Centini
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Il pitone con le sue 7 uova. Credit: Zoo di Saint Louis
Il pitone con le sue 7 uova. Credit: Zoo di Saint Louis

Un evento particolarmente curioso si è verificato allo Zoo di Saint Louis, negli Stati Uniti, dove una femmina molto anziana di pitone reale (Python regius) ha deposto ben sette uova. L'esemplare ha un'età di 65 anni, ed è il pitone di questa specie più longevo noto per essere ospitato nella sezione erpetologica di un giardino zoologico; normalmente questi serpenti, originari dell'Africa occidentale, sono considerati molto longevi poiché possono sopravvivere fino a 20-30 anni, quando sono ben allevati. Per questo la veneranda età raggiunta dalla femmina dello Zoo di Saint Louis è considerata un vero e proprio record.

A rendere ancor più incredibile e interessante la deposizione delle sette uova da parte del pitone, il fatto che per 15 anni non ha avuto contatti con esemplari maschi. Com'è possibile? La ragione l'hanno spiegata gli scienziati dello zoo americano in un post su Facebook, sottolineando che possono esserci due differenti strategie alla base della “lieta novella”. La prima è la capacità che diversi animali hanno di trattenere lo sperma dopo l'accoppiamento, anche per lunghissimo tempo, autofecondandosi quando le condizioni ambientali risultano più favorevoli. Si tratta di un modo – chiamato fecondazione ritardata – per perpetuare la specie in contesti particolarmente difficili e delicati.

La seconda strada che potrebbe aver portato il pitone reale a deporre le uova è la partenogenesi facoltativa, una tecnica di riproduzione asessuata chiamata anche “riproduzione virginale”, anch'essa molto diffusa tra animali e piante. In parole semplici, le specie che riescono a sfruttarla possono avviare lo sviluppo dell'uovo e dell'embrione al suo interno senza che vi sia la classica fecondazione da parte del maschio. Si tratta di una strategia riproduttiva ben studiata soprattutto negli insetti stecco, che in determinati contesti la sfruttano per colonizzare nuovi ambienti. In alcuni casi la partenogenesi facolativa può attivarsi proprio per carenza/assenza di maschi, come potrebbe essere accaduto nel caso del pitone ospitato nello zoo di Saint Louis. La riproduzione sessuale con accoppiamento viene sempre privilegiata per via di una questione di diversità genetica, dato che i discendenti degli animali che si riproducono per partenogenesi hanno il medesimo corredo genetico della madre.

Al momento gli scienziati non sanno se il pitone reale abbia utilizzato la fecondazione ritardata (dopo aver trattenuto lo sperma di un maschio per almeno 15 anni) o la partenogesi facoltativa, ma sarà abbastanza semplice scoprirlo attraverso l'analisi del profilo genetico delle sette uova. Qualunque sia la risposta si tratta indubbiamente di un evento insolito, che si spera possa concludersi con la nascita di sette piccoli rettili.

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