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Pericolo polio in Europa: le raccomandazioni degli esperti per ridurre il rischio contagio

Il Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC) ha pubblicato una serie di raccomandazioni per ridurre il rischio – basso ma presente – che in Europa possa arrivare il virus della poliomielite. Oggi è endemico in soli tre Paesi, ovvero Nigeria, Afghanistan e Pakistan, ma alcuni focolai sono stati registrati anche altrove, a causa della bassa copertura vaccinale e dell’uso di vecchie immunizzazioni.
A cura di Andrea Centini
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Il virus della poliomielite o polio potrebbe tornare in Europa, anche se si tratta di un rischio sostanzialmente molto basso. Per scongiurare questa potenziale minaccia alla salute pubblica, considerando anche l'elevata contagiosità della malattia, il Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC) ha pubblicato una serie di raccomandazioni per i cittadini europei che si recano o che vivono nei Paesi in cui la poliomielite è ancora presente ed endemica, ovvero Nigeria, Afghanistan e Pakistan.

La malattia sta circolando anche in altri Paesi africani – come la Repubblica Democratica del Congo – e in Siria a causa dell'uso di un vecchio tipo di immunizzazione, che può innescare contagi dove la copertura vaccinale risulta scarsa. Un caso è stato recentemente registrato anche in Papua Nuova Guinea, nella provincia di Morobe, dove soltanto il 61 percento dei bambini ha ricevuto le dosi raccomandate di vaccino dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Si tratta in genere di focolai ridotti che tuttavia debbono essere monitorati attentamente. Per queste ragioni l'ECDC suggerisce ai viaggiatori che debbono recarsi nei Paesi coinvolti di prendere una ulteriore dose del vaccino un anno prima del viaggio. L'indicazione è valida anche per chi già si trova in loco.

L'ECDC consiglia anche alle varie autorità sanitarie nazionali di valutare la copertura vaccinale antipolio su più livelli, al fine di identificare eventuali popolazioni a rischio contagio. La copertura, si legge nel comunicato, deve raggiungere il 90 percento per garantire anche l'immunità di gregge. In aggiunta, l'ente europeo sottolinea l'importanza di verificare lo stato di migranti e rifugiati provenienti dai Paesi interessati che entrano nei confini europei, e fornire loro il vaccino qualora non l'avessero fatto.

Cos'è la poliomielite

Nota anche col nome di paralisi infantile o semplicemente polio, la poliomielite è una patologia virale causata dall'infezione del poliovirus (PV), un enterovirus che si annida nel trattato digerente. La malattia, che si trasmette per via oro-fecale, ad esempio attraverso l'ingestione di liquidi o cibi contaminati dalle feci dei malati, nella maggioranza dei casi (90 percento) è asintomatica. Nell'1 percento, se il virus aggredisce il sistema nervoso centrale e uccide i neuroni motori, sfocia in paralisi di vario tipo. In questi pazienti spesso determina anche deformità agli arti. Da quando è stato realizzato il vaccino, nel 1950, i casi di poliomielite sono crollati in tutto il mondo, e anche nei Paesi dove è endemica oggi se ne contano pochissimi: in Nigeria l'ultimo caso risale a 19 mesi fa, mentre in Pakistan ne è stato registrato solo uno nel 2018. Preoccupa tuttavia la situazione dell'Afghanistan, dove sono stati registrati 14 casi nel 2017 e 7 nel 2018, a causa della difficoltà di raggiungere alcune popolazioni che vivono nelle aree più povere e rurali. L'Organizzazione Mondiale della Sanità conta di eradicare totalmente la malattia, come avvenuto col vaiolo.

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