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Perché quest’anno è importante vaccinarsi contro l’influenza stagionale

Con l’abbassamento delle temperature torneranno a diffondersi i virus responsabili dell’influenza, dalla quale fortunatamente possiamo proteggerci grazie al vaccino antinfluenzale. Quest’anno la campagna vaccinale ricoprirà un ruolo particolarmente significativo, alla luce dell’attuale pandemia di coronavirus SARS-CoV-2. Per capire perché è così importante abbiamo contattato la professoressa Annalisa Capuano, farmacologo clinico presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Ecco cosa ci ha spiegato.
Intervista a Prof.ssa Annalisa Capuano
Farmacologo clinico presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” ed esponente della Società Italiana di Farmacologia (SIF)
A cura di Andrea Centini
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Martedì 22 settembre sarà il giorno dell'equinozio di autunno, l'evento astronomico che saluta la stagione estiva e ci proietta verso il periodo freddo dell'anno. Come di consueto, l'abbassamento delle temperature si accompagnerà al “ritorno” dei virus parainfluenzali e influenzali, che hanno maggiori possibilità di innescare nuove infezioni e dunque di diffondersi tra la popolazione. Quest'anno, tuttavia, nell'emisfero settentrionale (boreale) l'influenza colpirà nel cuore della pandemia di coronavirus SARS-CoV-2, che in base ai dati diffusi dall'Università Johns Hopkins ha già contagiato oltre 29 milioni di persone e ha provocato circa 924mila decessi in tutto il mondo. Ancora non esiste un vaccino sicuro ed efficace per il nuovo coronavirus, ma li abbiamo per difenderci dai virus influenzali. Quest'anno la campagna vaccinale avrà un ruolo ancor più significativo in termini di salute pubblica; per capire meglio il perché abbiamo contattato la professoressa Annalisa Capuano, farmacologo clinico presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” ed esponente della Società Italiana di Farmacologia (SIF). Ecco cosa ci ha spiegato.

Professoressa Capuano, perché quest'anno è così importante la vaccinazione contro l'influenza e in che modo ci aiuterà durante la pandemia di coronavirus SARS-CoV-2

I motivi sono molteplici. Innanzitutto bisogna sottolineare che quest'anno vaccinarsi – e soprattutto vaccinarsi nei tempi giusti – è fondamentale. Questa forse è la preoccupazione più grossa, perché dovremmo avere a disposizione milioni e milioni di dosi di vaccino antinfluenzale, anche per offrire la vaccinazione a coloro i quali non rientrano nelle categorie di soggetti per i quali il Ministero della Salute raccomanda fortemente la vaccinazione. Per ridurre l’impatto di una probabile co-circolazione di virus influenzale e coronavirus il Ministero raccomanda l'inizio della campagna vaccinale intorno ai primi di ottobre, quindi anticipandola di 15 giorni. I motivi di tale scelta sono correlati alla nostra situazione climatica e all’andamento temporale tipico delle epidemie influenzali nel nostro paese. Per tali motivi, gli addetti ai lavori ricordano che la protezione indotta dal vaccino comincia circa due settimane dopo la vaccinazione e perdura per un periodo di sei/otto mesi per poi decrescere. Sottoporre a vaccinazione antinfluenzale i cosiddetti soggetti a rischio quest’anno permetterebbe una più semplice diagnosi e gestione dei casi sospetti a causa della sintomatologia sovrapponibile alla malattia Covid-19.

Ci spieghi

I segni, i sintomi, spesso sono simili tra l'infezione sostenuta dal nuovo coronavirus e l'infezione sostenuta dai virus influenzali, quindi la febbre, il raffreddore, il mal di testa, i dolori ossei. Sono sintomi comuni che potrebbero far pensare a casi di COVID-19. Di fatto sei io faccio la vaccinazione antinfluenzale dovrei andare incontro a una copertura anticorpale e quindi non ammalarmi di influenza stagionale. Se di fatto dovessi sviluppare una sintomatologia, i medici sarebbero più propensi a pensare che sia da COVID-19, la patologia dovuta al nuovo coronavirus. Oltretutto con la coinfezione, ovvero contrarre contemporaneamente l’infezione sostenuta dal virus dell'influenzale stagionale e dal nuovo coronavirus, potrebbe realizzare una condizione di malattia Covid-19 più grave.

In che modo?

Su un articolo pubblicato recentemente su Lancet, che è una rivista scientifica molto, molto importante, si è visto che la coinfezione con differenti virus come quello della SARS, della MERS o i virus influenzali, potrebbero facilitare l’ingresso del nuovo corona virus nelle cellule polmonari. Lei ha sentito parlare di questa proteina Spike di cui è rivestito il nuovo coronavirus; è proprio questa Spike protein che lega la cellula polmonare, la infetta, entra dentro e determina l'ormai famosa polmonite bilaterale interstiziale. Quindi l'altro motivo per cui vaccinarsi è importante è che la coinfezione da virus influenzale e nuovo coronavirus potrebbe appunto determinare un maggiore ingresso di quest'ultimo a livello delle cellule polmonari, e quindi rendere più grave la sintomatologia. Anche per tale motivo quest'anno è importante fare la vaccinazione antinfluenzale,

La vaccinazione la raccomanderebbe a tutti?

Per tutta la popolazione c'è un problema di coperture vaccinali disponibili. Il Ministero della Salute ha allargato la fascia di età, nel senso che oggi la vaccinazione è fortemente raccomandata nei soggetti dai 61 anni in poi, prima invece se lei ricorda era dopo i 65 anni. Poi ci sono le categorie a rischio previste ogni anno dal Ministero della Salute: bambini a partire dai 6 mesi; donne che si trovano in stato di gravidanza; soggetti con patologie pregresse come malattie respiratorie croniche, insufficienza renale, insufficienza surrenalica, patologie cardiovascolari importanti; persone con età superiore ai 61 anni come abbiamo già detto, o comunque tutti quelli che sono a contatto stretto con persone ad alto rischio di complicazioni. Le faccio un esempio; se io ho una mamma anziana, che ha patologia diabetica e insufficienza renale, allora è comunque consigliabile, auspicabile che anch'io faccia la vaccinazione antinfluenzale. È chiaro che più aumenta il numero di vaccinati e meglio è, in accordo con quella che è la disponibilità delle dosi nel nostro Paese.

Recentemente l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha diffuso dati interessanti in merito alla stagione influenzale nell'emisfero Sud, che di fatto non c'è stata. In Australia, ad esempio, nel 2019 si registrarono 61mila casi di influenza, mentre nel 2020 sono stati solo 107. Pensa che anche nel nostro emisfero possa verificarsi una situazione del genere?

Adesso non possiamo stabilirlo con certezza. Questi dati sembrano suggerire che l'infezione da SARS-CoV-2 abbia abbassato i livelli infezione degli altri orthomyxovirus, ovvero degli altri virus influenzali, ma questo non è sostenuto da evidenze scientifiche. Pertanto, non abbiamo alcuna indicazione certa su quel che succederà quest’inverno nell’emisfero nord. E proprio per tale motivo bisogna essere ancor più attenti sugli altri virus respiratori, come quello dell’influenza. E la vaccinazione antinfluenzale è uno degli strumenti a nostra disposizione.

Alcuni hanno ipotizzato un effetto “protettivo” del lockdown, delle mascherine, della maggiore attenzione all'igiene e delle altre misure per spezzare la catena dei contagi, che avrebbe tenuto a bada anche i virus influenzali.

Sì, assolutamente, questo sì. Però non possiamo dirlo con sicurezza. Anche perché se il lockdown ha avuto il suo effetto – è una misura drastica di contenimento con tutti a casa – ora basta farsi un giro in strada per vedere come si indossano le mascherine. È recentissima la pubblicazione di un articolo scientifico sul The New England Journal of Medicine che mette in evidenza come l'utilizzo corretto delle mascherine e il fatto di lavarsi spesso le mani – che è quello che raccomanda l'Organizzazione Mondiale della Sanità per contenere i contagi da nuovo coronavirus – possa rappresentare uno strumento di grande efficacia. Secondo questo studio, molto interessante, l'uso della mascherina, non solo ci protegge ma, anche se entriamo in contatto con positivi , l’utilizzo della stessa filtrando e riducendo la carica virale ci consente di venire in contatto sempre con cariche virali basse che, essendo basse e ripetute consentirebbero al nostro sistema immunitario di sviluppare l'immunità senza avere sintomi gravi. Però è importante il corretto utilizzo di questi strumenti. A me quello che spaventa molto è l'utilizzo “variegato”, soprattutto tra i giovanissimi. Spesso e volentieri la mascherina è portata sul braccio destro dopo il gomito, o sotto al mento. Vedo veramente una popolazione incauta, soprattutto quella molto giovane. La misura di lockdown ci ha costretti all'isolamento domiciliare e quindi sicuramente il virus non ha potuto circolare. Dobbiamo ricordarci sempre che il virus è con noi; da fine maggio noi stiamo circolando liberamente. Se siamo cauti, indossiamo le mascherine, ci laviamo continuamente le mani, sicuramente i livelli di protezione sono maggiori..

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