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Perché non è possibile prevedere un terremoto

I ricercatori ad oggi non riescono ancora a prevedere i terremoti, ma come è possibile? E cosa sono questi eventi sismici così devastanti per il nostro territorio?
A cura di Zeina Ayache
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Ogni anno in Italia si verificano migliaia di terremoti di lieve intensità che, in alcuni casi, sfociano in veri e proprio episodi sismici pericolosi e distruttivi che possono provocare decine di vittime e cancellare interi paesi. Negli ultimi 20 anni sono molti i movimenti tellurici forti che hanno sconvolto il nostro territorio, come dimostra quello avvenuto nella notte del 24 agosto 2016 in Centro Italia e nella notte del 26 ottobre 2016 tra le Marche e l'Umbria per i quale si stanno ancora contando i danni. Ma cosa sono i terremoti? E perché non è possibile prevederli?

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La scienza dell'imprevedibile

Per quanto molti siano i progressi fatti dalla scienza che studia i terremoti, ad oggi ancora i sismologi non sono in grado di prevedere la potenza e la pericolosità di un movimento tellurico percepito. Ogni giorno sono molte le aree interessate a sciami sismici a bassa magnitudo che però non sfociano in forti terremoti, insomma, la potenza distruttiva di questi eventi geologici non si può prevedere se non quando ormai è troppo tardi. Il motivo di questa difficoltà è che gli scienziati non hanno ancora capito se esistano segni precursori a base scientifica utili a comprendere la magnitudo, l'orario e l'epicentro esatto, di conseguenza non possono dirci se lo sciame in atto sia da considerarsi potenzialmente pericoloso. Insomma, visto che i terremoti non sono prevedibili, è necessario puntare sulla prevenzione: ad esempio costruendo edifici adatti alla zona sismica e informando la popolazione sulle cosa da fare in caso di evento sismico.

Cosa fare e non fare in caso di terremoto

Cosa sono i terremoti?

Il terremoto è quel fenomeno naturale che si presenta con una improvvisa (e imprevedibile) vibrazione del suolo provocata dal rilascio di energia nel sottosuolo. I terremoti tettonici, che sono i più diffusi, dipendono dai movimenti delle placche tettoniche che spostandosi entrano in contatto e accumulano energia fino a quando non raggiungono un carico di rottura oltre il quale la massa rocciosa si sposta liberando la forza immagazzinata e generando le onde sismiche e il terremoto stesso.

Ipocentro ed epicentro

Il punto in cui, all'interno della crosta terrestre, si libera l'energia si chiama ipocentro. Il punto sulla superficie terrestre, posto sulla verticale dell'ipocentro, si chiama epicentro ed è quello in cui si percepisce e verifica il terremoto stesso.

I 10 terremoti più forti degli ultimi 20 anni in Italia

Le scale che misurano i terremoti

Una volta che le onde sismiche hanno raggiunto la superficie e sono state rilevate e misurate dai sismografi, i sismologi possono dirci quale sia stata la potenza del terremoto appena avvenuto. Le scale sismiche utilizzate sono:

  • Scala Richter – misura la magnitudo, cioè l'energia sprigionata dall'ipocentro, in una scala da 0 (debole e frequente) a 10 (molto forte e rarissimo, quasi impossibile), come possiamo vedere indica non solo la potenza, ma anche la frequenza con cui l'evento sismico si verifica;
  • Scala Mercalli – misura l'intensità di un terremoto in relazione agli effetti distruttivi prodotti su cose e persone e varia in una scala da I (impercettibile) e XII (apocalittico). Il grado in cui iniziano a verificarsi i primi danni è il quarto quando gli oggetti iniziano ad oscillare.
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