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Covid 19

Perché l’OMS ha deciso di far ripartire i test con l’idrossiclorochina sui pazienti con coronavirus

A poco più di una settimana dalla sospensione della sperimentazione, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha deciso di far ripartire i test con l’idrossiclorochina sui pazienti contagiati dal coronavirus SARS-CoV-2. Il dietrofront in seguito alla contestazione dei risultati dello studio che aveva suggerito lo stop.
A cura di Andrea Centini
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Il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il biologo etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha annunciato durante un briefing che sarà ripresa la sperimentazione dell'idrossiclorochina nei pazienti contagiati dal coronavirus SARS-CoV-2. Lo scorso lunedì 25 maggio lo stesso Ghebreyesus aveva riferito della sospensione dei test, a causa dei preoccupanti risultati di alcuni test clinici, che avevano fatto emergere un incremento delle aritmie ventricolari e della mortalità nei pazienti trattati, oltre che l'assenza di benefici. Ora il nuovo dietrofront.

A spingere l'OMS, l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), il Ministero della Salute francese e altre autorità sanitarie a sospendere i test con l'idrossiclorochina erano stati principalmente i risultati del controverso studio “Hydroxychloroquine or chloroquine with or without a macrolide for treatment of COVID-19: a multinational registry analysis”, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet. Come specificato, nell'indagine che ha coinvolto circa 100mila pazienti – 15mila dei quali trattati con idrossiclorochina e/o clorochina – sono state rilevate alterazioni nella frequenza cardiaca, nessun vantaggio clinico e un'impennata nei tassi di mortalità nei pazienti sottoposti alla terapia, rispetto agli 85mila del gruppo di controllo.

Subito dopo la pubblicazione dello studio, tuttavia, numerosi scienziati si sono scagliati contro il metodo utilizzato dal professor Mandeep R Mehra e dai suoi colleghi del Brigham and Women's Hospital Heart and Vascular Center di Boston, che avrebbe determinato falle significative nei risultati. I 182 firmatari di una lettera indirizzata al direttore di The Lancet hanno espresso perplessità circa l’analisi statistica e l’integrità dei dati utilizzati per giungere alle conclusioni della ricerca. Per farla breve, non sarebbe stata affatto attendibile.

Alla luce di queste osservazioni, gli scienziati dell'OMS impegnati nel più vasto studio sull'efficacia dell'idrossiclorochina hanno così consigliato di riprendere di tutti i test. Per il capo scienziato dell'organizzazione, Soumya Swaminathan, è fondamentale la prosecuzione della sperimentazione "per avere una risposta definitiva sull'efficacia del farmaco", che è stato a lungo considerato uno dei più promettenti contro la COVID-19, l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2. Tra i sostenitori più “appassionati” dell'idrossiclorochina c'è anche il presidente americano Donald Trump, che oltre ad averlo elogiato su Twitter come possibile “game changer” nella lotta alla pandemia (se utilizzato in combinazione con l'antibiotico azitromicina), ha anche annunciato di aver iniziato una terapia profilattica a base del farmaco per proteggersi dal patogeno emerso in Cina.

La fama dell'antimalarico derivato dalla clorochina ha tuttavia subito diverse battute d'arresto nelle ultime settimane, con la sospensione di alcuni studi (ad esempio in Francia e Brasile) proprio per l'emersione delle alterazioni cardiache – un effetto collaterale noto del principio attivo – e i tassi di mortalità eccessivi, fino allo studio pubblicato su The Lancet che ha convinto OMS e altre organizzazioni a fare dietrofront. Ora il nuovo cambio di rotta, che dovrebbe portare a una conferma definitiva su sicurezza ed efficacia del medicinale.

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