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Perché l’OMS dice che nel 2021 non ci sarà immunità di gregge contro il coronavirus

Secondo i funzionari dell’Organizzazione Mondiale di Sanità, nonostante i vaccini “non torneremo alla normalità rapidamente”. Per l’immunità di gregge sarà necessario immunizzare almeno il 60-70% della popolazione globale, una sfida complessa che richiederà produzione, distribuzione e somministrazione di miliardi di dosi in tutti i Paesi, con il rischio che in alcune nazioni non si riescano a portare avanti le campagne di vaccinazione di massa.
A cura di Valeria Aiello
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Nonostante i vaccini anti-Covid, l’immunità di gregge non sarà raggiunta nel 2021. È questo il monito arrivato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che, malgrado la mappa di distribuzione dei vaccini inizi ad essere sempre più costellata di bandierine che indicano i Paesi dove si stanno somministrando le prime dosi, sostiene che “non raggiungeremo alcun livello di immunità di popolazione o immunità di gregge nel 2021”. Lo ha detto dottoressa Soumya Swaminathan, la scienziata clinica a capo delle operazioni di ricerca dell’OMS, nel corso del consueto debrief sulla pandemia, sollecitando il mantenimento di distanziamento sociale e l’uso delle mascherine.

Swaminathan ha elogiato gli “incredibili progressi” compiuti dai ricercatori per sviluppare vaccini sicuri ed efficaci a una velocità senza precedenti, invitando le persone ad essere “un po’ pazienti”, dal momento che la distribuzione “richiederà tempo”, in considerazione che la scala di produzione di dosi è di miliardi. “I vaccini stanno per arrivare – ha detto Swaminathan – , andranno a tutti i Paesi… ma intanto non dobbiamo dimenticare che ci sono misure che funzionano” ha aggiunto, riferendosi alle norme di igiene e di contrasto della diffusione virale.

L’immunità di gregge deve essere globale

Diversi Paesi in tutto il mondo, inclusi Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Italia, Germania e altri Paesi dell’Unione Europea, oltre a Russia, Cina, Emirati Arabi e Israele (che guida la corsa alla somministrazione con il 20% della popolazione vaccinata) hanno avviato campagne di immunizzazione, con l’obiettivo di vaccinare il maggior numero di persone per liberarsi dalla minaccia del virus. Tuttavia “non torneremo alla normalità rapidamente” ha puntualizzato anche Dale Fisher, presidente dell’Outbreak Alert and Response Network dell’OMS in una conferenza stampa organizzata dall’agenzia Reuters, chiarendo che per ottenere l’immunità di popolazione sarà necessario il suo raggiungimento nella maggior parte dei Paesi. “Alcuni potrebbero riuscirsi, ma anche in questo caso non ritorneremo alla normalità, soprattutto in termini di controllo alle frontiere”.

Lo scetticismo è dovuto al fatto che per raggiungere l’immunità di gregge, cioè la protezione indiretta da una malattia infettiva che si verifica tramite la vaccinazione o la risposta immunitaria dovuta all’infezione naturale, l’OMS ha stimato una copertura vaccinale del 60-70% della popolazione globale, calcolando questa percentuale sulla base di diversi studi di modellazione. Una sfida complessa dal momento che dovranno essere prodotte e somministrate dosi per miliardi di persone in tutto il mondo, considerando gli oltre 7,8 miliardi di abitanti della Terra, con tutte le problematiche che derivano da una campagna di immunizzazione globale, come ad esempio la refrigerazione nei Paesi in via di sviluppo, così come la disponibilità di operatori sanitari che abbiano le giuste competenze per somministrare il vaccino.

Si dovrà dunque assicurare che tutti i Paesi abbiano accesso alla vaccinazione per evitare serbatoi di virus in alcune aree del pianeta e soprattutto per evitare che una circolazione sostenuta porti, come già visto, allo sviluppo di varianti e al rischio di mutazioni che possano conferire a Sars-Cov-2 la capacità di resistere ai vaccini. Altri aspetti da prendere certamente in considerazione saranno anche la durata dell’immunità, per cui ad oggi si stima un periodo di 9-12 mesi con l’ipotesi che trascorso questo arco temporale sia necessario un richiamo, così come l’attuale mancanza di un vaccino per bambini e ragazzi al di sotto dei 16 anni, una fascia di età che in alcune aree del pianeta rappresenta una delle più popolose. Puntare al raggiungimento dell’immunità di gregge, anche guardando solo ai Paesi dove sono in corso le campagne di vaccinazione, è dunque un obiettivo complesso che potrebbe essere raggiunto localmente e per cui a livello mondiale sarà probabilmente necessario insistere nel tempo, sperando magari che, come accaduto con i coronavirus della SARS e della MERS, anche SARS-Cov-2 decida apparentemente di sparire, al punto da non rappresentare più una minaccia globale.

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