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Il vaccino Covid di Moderna dovrebbe proteggere per almeno un anno

Secondo gli sviluppatori, l’aspettativa è che la protezione conferita da due dosi somministrate a distanza di un mese l’una dall’altra dovrebbe essere di “almeno un anno” con la possibilità di essere estesa, qualora fosse necessario, con l’aggiunta di una terza dose.
A cura di Valeria Aiello
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La protezione conferita dal vaccino anti-Covid messo a punto dalla statunitense Moderna dovrebbe durare per almeno un anno. Questa la previsione della società di biotecnologie che ha sede a Cambridge (Massachusetts), secondo quanto affermato dal direttore medico di Moderna, Tal Zaks, in occasione della 39esima Conferenza annuale “JP Morgan” sulla Sanita. “La nostra aspettativa è che la vaccinazione duri almeno un anno” sono state le sue parole, come riportate dalla CNN.

La protezione del vaccino di Moderna dovrebbe durare almeno un anno

Il siero, il secondo contro la malattia provocata dal coronavirus Sars-Cov-2 ad aver ricevuto il via libera dell’Agenzia europea dei Medicinali (EMA) dopo quello prodotto da Pfizer/BionTech, richiede la somministrazione di due dosi a distanza di 4 settimane rispetto alle 3 che intercorrono per il richiamo di Pfizer/BioNTech. Essendo stati entrambi sviluppati e testati nell’ultimo anno, nessuno sa ancora con esattezza la durata della protezione, per cui sono attualmente in corso studi clinici per la determinazione. Moderna, ha proseguito Zaks, verificherà inoltre se sarà possibile estendere la protezione con l’aggiunta di una terza dose. “Pensiamo che ci sia un’opportunità per allungare la protezione, soprattutto nelle persone a più alto rischio, se ce ne fosse bisogno”.

Il vaccino di Moderna, noto con il nome mRNA-1273, è stato il primo ad essere avviato alla sperimentazione sull’uomo, il 16 marzo 2020, appena dopo 63 giorni dalla pubblicazione del genoma del virus da parte delle autorità scientifiche cinesi. Come quello di Pfizer/BionTech si basa su Rna messaggero a singola elica che codifica per la proteina virale Spike di Sars-Cov-2, racchiuso in una capsula di nanoparticelle lipidiche. Una volta somministrato come ciclo di due dosi (da 0,5 ml ciascuna) per via intramuscolare, induce una risposta sia delle cellule T sia delle cellule B che generano gli anticorpi che contribuiscono alla protezione contro Covid-19.

Il vaccino ha dimostrato un’efficacia del 94% nel prevenire le forme sintomatiche di Covid, con una prevenzione del 100% dei casi più gravi. L’analisi è stata effettuata in uno studio clinico di fase 3, randomizzato, controllato con placebo, con osservatore in cieco su un totale di oltre 30mila volontari, per un periodo mediano di 92 giorni. Su 196 casi di Covid, 185 si sono verificati nel gruppo che aveva ricevuto placebo mentre i restanti 11 nel gruppo che aveva ricevuto il vaccino. In 30 si sono ammalati in modo grave e tutti facevano parte del gruppo placebo. Da questi dati, l’annuncio dell’efficacia nel ridurre il rischio di sviluppare forme gravi della malattia con insorgenza almeno 14 giorni dopo la somministrazione della seconda dose. Inoltre, l’analisi per sottogruppi ha indicato un’efficacia simile nelle diverse fasce di età (18-64 anni, 65-74 anni, età pari e oltre i 75 anni) gruppi etnici, nonché tra i partecipanti allo studio con comorbidità associate a un alto rischio di forme gravi di Covid-19.

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