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Perché l’insonnia e i lavori notturni danneggiano l’intestino e fanno ingrassare

Un team di ricerca portoghese del Champalimaud Centre for the Unknown dell’Università di Lisbona ha scoperto come e perché l’insonnia e i lavori notturni fanno male all’intestino, favorendo aumento di peso e infiammazione. Gli scienziati hanno scoperto uno stretto legame tra cellule immunitarie intestinali e l’orologio biologico nel nostro cervello.
A cura di Andrea Centini
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Come dimostrato da numerose ricerche scientifiche, chi soffre di insonnia, lavora di notte o è spesso impegnato in viaggi con cambi di fuso orario, ha una probabilità sensibilmente superiore di avere problemi di peso o soffrire di infiammazione intestinale. Sino ad oggi erano state avanzate diverse ipotesi per spiegare questo intimo legame tra ritmi circadiani e salute/meccanismi intestinali, ma un team di ricerca portoghese composto da scienziati del Champalimaud Centre for the Unknown e della Facoltà di Medicina dell'Università di Lisbona è finalmente riuscito a trovate l'anello di congiunzione e dunque a risolvere il mistero.

Gli scienziati, coordinati dal professor Henrique Veiga-Fernandes, ricercatore presso il Champalimaud Research della capitale portoghese, ha scoperto che l'azione di cellule immunitarie con un ruolo fondamentale nel mantenere la salute dell'intestino viene direttamenta controllata dall'orologio biologico presente nel cervello. Chi lavora di notte, affronta continui cambi di fuso orario o ha una cronica difficoltà a dormire presenta naturalmente un orologio biologico “impazzito”, che a sua volta influenza l'azione delle cellule immunitarie dell'intestino, chiamate linfoidi innate di tipo 3 (ILC3). Queste cellule, come spiegato dal professor Veiga-Fernandes, controllano le infezioni, gestiscono l'assorbimento dei lipidi e verificano che l'epitelio intestinale sia integro. Non sorprende che alternando il meccanismo che ne gestisce i processi, ovvero i naturali ritmi circadiani, possa determinare effetti sensibili sulla salute come infiammazione e accumulo di grasso.

Ciascuna di queste cellule possiede dei cosiddetti “geni dell'orologio” che le tengono informate dell'ora del giorno; sono tutti sincronizzati sull'ora scandita dall'orologio biologico del cervello. In test di laboratorio gli scienziati portoghesi hanno “spento” questi orologi e hanno scoperto che nell'intestino si sviluppavano forti infiammazioni, una maggiore permeabilità della barriera intestinale e un aumento nell'accumulo del grasso. Il motivo per cui queste cellule immunitarie sono così influenzate dall'orologio biologico è legato al fatto che per funzionare correttamente devono esprimere una proteina che funziona come un codice di avviamento postale, che in pratica dice loro dove dirigersi. Senza l'input dell'orologio biologico queste proteine non vengono espresse e le cellule ILC3 non sanno dove e quando migrare, permettendo l'insorgenza dei disturbi intestinali poiché non si attivano nel momento del bisogno. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature.

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