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Perché la seconda variante indiana potrebbe portare nuove ondate di Covid

Preoccupano le evidenze preliminari di maggiore trasmissibilità e un certo grado di resistenza ai vaccini anti-Covid: “Se più contagiosa della variante inglese, potrebbe innescare un’ondata di infezioni e ricoveri peggiore delle precedenti”.
A cura di Valeria Aiello
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La variante identificata nell’aprile 2021 in India, denominata B.1.617 e a sua volta caratterizzata da tre sottogruppi (B.1.617.1, B.1.617.2 e B.1.617.3), alimenta le preoccupazioni degli esperti. Lo scorso 11 maggio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito questa variante come VOC (Variant of Concern), indicando come le evidenze preliminari finora accumulate suggeriscano maggiore trasmissibilità e un certo grado di resistenza ai vaccini anti-Covid. Un avvertimento che nel Regno Unito trova sostegno nei consiglieri scientifici del Governo che, dopo un’iniziale fiducia sulla cauta roadmap delle riaperture, ora temono che la sub-variante B.1.617.2 – diventata quella prevalente nelle regioni indiane dove ha surclassato la variante inglese B.1.1.7 – , possa minare i risultati raggiunti attraverso la campagna vaccinale. La strategia finora adottata è stata quella di allentare le restrizioni parallelamente all’aumento della copertura vaccinale, mirando a un delicato equilibrio tra riaperture e prevenzione di una nuova ondata di Covid-19.

La variante indiana preoccupa gli esperti

Senza la circolazione della nuova variante, il comitato consultivo per le emergenze (Sage, Scientific Advisory Group for Emergencies) del Regno Unito aveva previsto una modesta terza ondata nei mesi di luglio e agosto, il cui impatto non risultava paragonabile a quello dell’ondata dello scorso inverno. Tuttavia, l’aumento dei casi legati alla variante indiana, ha portato alcuni esperti del Sage a ritenere che “una variante potenzialmente più contagiosa – che si trasmette più facilmente di quella inglese – possa portare a un’ondata significativa di infezioni, potenzialmente più grande di quella vista nel gennaio 2021, se non ci saranno interventi”. Il Public Health England (PHE) ritiene che la variante indiana di preoccupazione “sia trasmissibile almeno quanto la variante B.1.1.7” sebbene le sue caratteristiche siano ancora oggetto di studio. Per ora, gli epidemiologi stimano che possa diffondersi fino al 60% più facilmente della variante inglese che già di per sé si è dimostrata più contagiosa del ceppo originario di Wuhan.

Per avere un’idea di cosa possa determinare la diffusione di una variante ancora più altamente trasmissibile, gli esperti di modellazione che consigliano il Sage hanno elaborato diversi scenari. Nell’ipotesi che la vaccinazione si dimostri efficace, con la variante più trasmissibile del 30%, si verificherà comunque un aumento dei ricoveri per Covid-19 rispetto alla prima ondata. Con un aumento della trasmissibilità del 40%, i modelli elaborati dall’Università di Warwick, indicano che i ricoveri potrebbero raggiungere quota 6mila al giorno, arrivando a superare il picco della seconda ondata, e toccare addirittura i 10mila in 24 ore se la variante sarà del 50% più trasmissibile.

I rischi della terza ondata di Covid

Scenari ovviamente ipotizzati in assenza di restrizioni. Qualora la terza fase di allentamento stabilita dalla roadmap britannica venisse invece annullata, la terza ondata sarebbe molto più modesta, raggiungendo i 300 ricoveri al giorno. Al contrario, risulterebbe meno efficace evitare di passare alla fase 4, prevista per il 21 giugno: in questo scenario, una variante di poco più del 40% più trasmissibile determinerebbe comunque un numero di ricoveri giornalieri superiore quanto registrato in entrambe le ondate del Regno Unito.

Ad ogni modo, gli esperti ritengono che un’eventuale terza ondata determinerà comunque ospedalizzazioni, nonostante la stragrande maggioranza delle persone anziane e più vulnerabili abbia ricevuto almeno una dose di vaccino. Questo perché la protezione conferita dalla vaccinazione non è del cento per cento, lasciando ritenere che parte delle persone ricoverate saranno quelle ancora non ben protette dalla vaccinazione.

Quanto alle previsioni circa il numero dei decessi, i modelli della London School of Hygiene and Tropical Medicine hanno rilevato che una variante più trasmissibile del 50% potrebbe innescare una terza ondata con un picco di 1.000 morti al giorno a fine luglio. Pertanto il Governo sta cercando di aumentare le vaccinazioni nelle aree dove si sono verificati i focolai di variante B.1.617.2, provando così a contrastare la diffusione virale e velocizzare l’immunizzazione delle fasce di popolazione più a rischio. Il compromesso è un aumento dei casi nelle persone più giovani e sane che, sebbene abbiano meno probabilità di sviluppare una forma grave di malattia, sono comunque a rischio di long Covid e dunque di sperimentare le conseguenze a lungo termine dell’infezione.

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