
In un mondo globalizzato in cui la diversità economica sembra diventata quasi una condanna alla perenne esclusione, fa una certa impressione sapere che esistono paesi rimasti totalmente immuni al fenomeno McDonald's o che hanno comunque scelto di rinunciare allo junk food della nota catena di ristorazione. La Bolivia è il primo stato del continente americano ad assistere alla ritirata dal territorio della multinazionale statunitense che ha letteralmente chiuso i battenti il mese scorso, dopo gli anni poco proficui trascorsi sugli altopiani andini; in tutto il pianeta le fanno compagnia solo Iran ed Islanda.
Per McDonald's si tratta di una sconfitta morale, certamente non economica: con appena otto punti vendita distribuiti nel paese, infatti, non si può dire che la multinazionale contasse sugli introiti derivanti dalla Bolivia. Semplicemente, però, non è riuscita affatto a fare presa sugli abitanti e senz'altro non perché non disponga di adeguati mezzi in termini di propaganda: ma dopo anni spesi cercando di «bolivianizzare» i cibi e gli ambienti, tentando contestualmente di dare ai consumatori un'immagine il più possibile green e filo-ambientalista, McDonald's ha dovuto constatare il proprio fallimento. I boliviani sono sinceramente disinteressati al modello imposto dal fast food, i milioni spesi in pubblicità non sono serviti a convincere i clienti, McDonald's ha rinunciato.
Esistono due ordini di ragioni che hanno concorso a creare questa situazione assolutamente unica; certamente la Bolivia è un paese a forte vocazione ambientalista, dove anche le istanze degli indigeni, che hanno nel Presidente nativo Evo Morales un punto di forza, possono essere ascoltate e diventare realtà, come è accaduto con le proteste contro l'autostrada amazzonica. Fatto assolutamente rilevante, dal momento che McDonald's, stando a quanto sostengono numerose associazioni, tra cui Greenpeace, è responsabile della deforestazione di ampie aree della foresta pluviale, distrutta per lasciare spazio agli allevamenti di bovini e per produrre le tonnellate di packaging che avvolgono gli alimenti e che, giornalmente, vanno ad ingrossare le montagne di rifiuti in cui soffoca il pianeta.
Ma le e principali cause di questo totale insuccesso sono ancora altre; riassunte nel documentario Por qué quebró McDonald's en Bolivia, vengono affrontate dai numerosi boliviani intervistati; ragionevolmente, in una cultura ancora profondamente saldata con il proprio retroterra di usanze e memorie, in cui le antiche tradizioni investono tutti gli aspetti della società, non ultima l'alimentazione e la cucina, il modello imposto dal fast food non può trovare un terreno fertile. L'atto del mangiare, in tutte le culture tradizionali, è subordinato ai valori che sono legati strettamente ad esso e che possono riguardare la condivisione del cibo o la trasmissione orale delle conoscenze. Nessuno speranza, dunque, per i grigi tavoli a quattro, gli hamburger e le patatine già pronte dietro alla cassa e la rapidità inevitabile con cui ci si muove in questi spazi, desiderosi di uscire il più in fretta possibile.