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Perché i veterinari hanno catturato e castrato l’orso nero diventato “virale” per un selfie

Il mese scorso al Parco ecologico di Chipinque in Messico un orso nero si è avvicinato a un gruppo di escursionisti e si è sollevato su due zampe alle spalle di una ragazza, dopo averla annusata. La giovane, per nulla intimorita dal plantigrado, ha deciso di scattare un selfie che ha fatto rapidamente il giro del mondo. Quelle immagini virali hanno condotto l’animale selvatico alla castrazione da parte dei veterinari. Ecco perché.
A cura di Andrea Centini
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Il giovane orso nero protagonista di un video diventato virale sul web il mese scorso è stato catturato e castrato dai veterinari, sollevando l'indignazione di molti ambientalisti. L'esemplare, un maschio di un centinaio di chilogrammi, era stato immortalato mentre si alzava su due zampe alle spalle di una ragazza, che invece di arretrare ha mantenuto la calma e si è lasciata annusare, trovando anche il tempo di prendere lo smartphone e scattarsi un selfie che ha fatto rapidamente il giro del mondo.

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L'episodio, verificatosi presso il Parco ecologico di Chipinque in Messico, è stato immediatamente stigmatizzato da biologi ed esperti di fauna selvatica, che hanno contestato aspramente il comportamento incauto e irrispettoso degli escursionisti. Ma anche quello dell'orso ha preoccupato e non poco gli addetti ai lavori, trovandolo poco consono a quello di un animale selvatico. Verosimilmente l'orso veniva nutrito con regolarità dagli avventori del parco, che lo hanno trasformato in un “mendicante” privato della sua nobile dignità di predatore.

La tendenza ad avvicinarsi all'uomo può rappresentare un fattore di rischio concreto per eventuali incidenti, ed è proprio per questa ragione che i veterinari – loro malgrado – hanno deciso di castrare il plantigrado. Eventuale prole avrebbe infatti avuto maggiori probabilità di essere portata a un simile comportamento pericoloso, pertanto hanno ritenuto opportuno eliminare il problema alla fonte impedendo all'animale di avere figli. L'autorizzazione a procedere è stata data dal Dr Martín Vargas Prieto, il direttore generale presso presso l'ente “Inspection and Surveillance of Wildlife, Marine Resources, and Coastal Ecosystems” del PROFEPA (Mexican Federal Attorney for Environmental Protection). In un comunicato stampa della “Procuradora Federal de Protección al Ambiente” è stato indicato che l'operazione è stata eseguita anche per ridurre gli spostamenti ed eventuali conflitti con altri orsi.

Benché considerato da molti come crudele, l'intervento dell'ente messicano – che ha anche equipaggiato l'orso con un radiocollare per monitorarlo – è stato meno cruento di altri. Lo scorso anno, ad esempio, gli agenti federali del Dipartimento del Fish and Wildlife Service (FWS) dell’Oregon hanno ucciso a colpi di fucile un altro giovane orso all'interno di un parco, poiché diventato troppo “amichevole” con le persone. Lo scopo era evitare potenziali incidenti mortali, dato che gli incontri si erano fatti sempre più frequenti e insistenti. La responsabilità, ha spiegato il FWS, è di quelle persone che hanno deciso di nutrirlo artificialmente, trasformandolo in un mendicante. In molti hanno tuttavia accusato l'ente di crudeltà gratuita, dato che avrebbe potuto trasferire l'orso in un santuario invece di ucciderlo.

Nutrire gli orsi artificialmente rappresenta un pericolo anche per loro stessi, come sottolineato sul sito web del National Park Service. “Gli studi hanno dimostrato che gli animali che mendicano hanno una durata di vita più breve e possono morire per l'ingestione di imballaggi alimentari. Molti animali sono morti di una morte lenta e dolorosa per aver mangiato plastica e altri materiali. Molti altri vengono investiti dalle auto e diventano facili bersagli per i bracconieri”, si legge comunicato dell'ente americano. La castrazione dell'orso messicano rappresenta dunque anche un monito per tutti coloro che si approcciano in modo incauto e irrispettoso alla fauna selvatica.

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