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Perché i disinfettanti per mani ci fanno sembrare ‘ubriachi’ all’alcol test

Il disinfettante per le mani a base di alcol può alterare la misurazione dell’etanolo e far risultare positivo un ignaro automobilista al test dell’etilometro.
A cura di Andrea Centini
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I disinfettanti per le mani a base di alcol potrebbero farci risultare positivi al test dell'etilometro, con possibili conseguenze “infelici” nel caso di controlli da parte delle forze dell'ordine. Lo ha determinato un team di ricerca del Dipartimento della Salute e dei Servizi dello Stato del Missouri, negli Stati Uniti, che ha condotto una serie di curiosi esperimenti con 65 volontari.

Gli studiosi, coordinati dai dottori Ellen Strawsine e Brian Lutmer, hanno chiesto ai partecipanti di pulirsi le mani con una dose “normale” di disinfettante per le mani, sotto forma di gel o schiuma. Dopo l'operazione di strofinamento i volontari sono stati invitati a scartare il boccaglio monouso dell'etilometro, e successivamente sono stati tutti sottoposti al test, che si basa sulla misurazione dell'etanolo.

Su 130 operazioni il 10 percento (cioè 13 in tutto) ha fatto registrare un falso positivo. In altri termini, un partecipante su dieci è risultato positivo e dunque suscettibile di sanzioni amministrative o penali a seconda del livello rilevato. In Italia, ad esempio, un valore compreso tra 0,51 e 0,8 g/l (grammi di alcol per litro di sangue) comporta un illecito amministrativo, punito con 531 euro di ‘multa', 10 punti sulla patente, e con sospensione da 3 a 6 mesi, ma oltre si passa al penale: ai livelli più elevati si arriva a sanzioni di 8mila euro, sequestro dell'auto e sospensione della patente fino a 2 anni.

Oltre ai 13 falsi positivi, l'etilometro nel 31,5 percento dei casi (41) ha mostrato un codice di errore, proprio perché ingannato dall'alcol del disinfettante. Nei vari Paesi si utilizzano etilometri con specifiche differenti e tarati in base alla legislazione locale, quindi non è escluso che in Italia il problema possa non presentarsi. I ricercatori, che hanno pubblicato i risultati della propria indagine sulla rivista specializzata Journal of Forensic Sciences, suggeriscono comunque che i funzionari delle forze dell'ordine debbano essere formati su questa eventualità.

[Credit: Gadini]

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