Perché i casi di morbillo in Italia stanno crescendo velocemente
I casi di morbillo continuano ad aumentare perché gli italiani si vaccinano sempre meno. Come dimostrano i recenti dati pubblicati, cresce in Italia il numero di casi di morbillo, una tra le malattie più contagiose al mondo che si manifesta con eruzioni cutanee e che, nei casi più gravi, può sfociare anche in polmoniti e encefalomieliti che possono essere anche mortali. Ma cosa sta succedendo nel nostro Paese? Come mai sempre più persone si stanno ammalando?
Il 2017 è già partito male: da mese di gennaio infatti si è subito registrato un preoccupante (così definito dallo stesso ministero della salute) incremento dei casi di morbillo nel Bel Paese: stiamo parlando di 200 casi a inizio 2016 contro gli oltre 700 registrati a inizio 2017, l'incremento è di oltre il 230%. Tra le Regioni più colpite si segnalano Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana mentre i casi riguardano pazienti tra i 15 e i 39 anni. Ma come mai?
Cos'è il morbillo. Partiamo dal presupposto che il morbillo è una malattia molto contagiosa, e con molto si intende che è tra le più contagiose al mondo, questo implica che un solo caso ha un potenziale di contagio altissimo che avviene per via aerea (starnuti, tosse o parlando). Per bloccare l'epidemia del morbillo, dal 2005 il nostro Paese ha indetto un Piano di eliminazione del morbillo che invita caldamente gli italiani alla vaccinazione che è GRATUITA.
Poche vaccinazioni. Le pressioni del Ministero della Salute e il costo zero del vaccino non sembrano però convincere del tutto gli abitanti del nostro Paese: si stima infatti che, nel 2015, la coperta vaccinale contro questa malattia nei bambini è stata dell'85,3%, ma quella necessaria per arrestare la circolazione del virus è del 95%. Insomma, il morbillo si sta diffondendo perché non ci vacciniamo abbastanza.
Vaccino per il morbillo. La prevenzione nel caso del morbillo non solo è possibile gratuitamente ma è anche necessaria. Il vaccino in questo caso consiste in due somministrazioni tra i 13 e 15 mesi di vita e tra i 5 e 6 anni, per quanto riguarda i più piccini, e due dosi a distanza di quattro settimane per gli adulti.
Perché non ci vacciniamo. La questione legata alle vaccinazioni è sempre più di attualità e nasce dalle teorie antivacciniste secondo le quali questi preparati medici sarebbero responsabili di malattie.