Perché guardare le partite degli europei di calcio può aumentare il rischio di infarto
Guardare i grandi eventi calcistici internazionali come i Mondiali e gli Europei può far aumentare il rischio di infarto e di perdere la vita per l'attacco cardiaco. Le partite di calcio, lo sappiamo bene, possono portare a momenti di grande gioia, ma anche di rabbia e intensa frustrazione. Sentimenti negativi in grado di esacerbare lo stress e catalizzare i fattori scatenanti alla base di un attacco di cuore, come i coaguli di sangue. Il voler restare “attaccati” al televisore nonostante i sintomi premonitori dell'infarto per non perdere nemmeno un minuto dei propri beniamini in campo, inoltre, può ritardare l'intervento dell'assistenza sanitaria salva-vita e incrementare così il rischio di morte. Se a tutto questo aggiungiamo che le grandi competizioni internazionali si svolgono tra la fine della primavera e l'estate – il caldo è un noto fattore di rischio – e che molti tifosi alzano un po' troppo il gomito per celebrare le partite, non c'è da stupirsi che siamo innanzi a un mix potenzialmente pericoloso per le persone a rischio, in particolar modo quelle fragili con cardiopatie.
A dimostrare che farsi coinvolgere troppo dalle partite di Mondiali ed Europei trasmesse in televisione possa rappresentare un rischio per la salute del cuore è stato un team di ricerca tedesco guidato da scienziati dell'Unità di Cardiologia 1 dello University Medical Center Mainz (Johannes Gutenberg-University Mainz), che hanno collaborato a stretto contatto con il Dipartimento di Medicina dello Sport dell'Ospedale Universitario di Heidelberg, del Centro per le Trombosi e l'Emostasi, del German Center for Cardiovascular Research (DZHK) e del Dipartimento di Medicina Interna e Cardiologia della Clinica Cattolica Koblenz. Gli scienziati, coordinati dal professor Karsten Keller, docente presso il Dipartimento di Cardiologia dell'ateneo di Mainz, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a confronto i ricoveri per infarto verificatisi in Germania durante la Coppa del Mondo tenutasi in Brasile tra il 12 giugno e il 13 luglio del 2014 e quelli verificatisi in altri tre periodi simili, ma senza grandi eventi calcistici (dal 12 giugno al 13 luglio del 2013; dal 12 giugno al 13 luglio del 2015; e dal 14 luglio al 14 agosto del 2014).
Incrociando tutti i dati, il professor Keller e i colleghi hanno scoperto che i ricoveri per infarto del miocardio in Germania durante i mondiali sono stati circa 18.500, contro i circa 17.500 dei 31 giorni successivi, mille in più. Un aumento statisticamente significativo è stato osservato anche rispetto agli anni in cui non si giocavano importanti eventi calcistici. Complessivamente, il rischio di infarto è risultato essere superiore di circa il 5 percento durante il mondiale, ma sono aumentati anche altri eventi cardiovascolari, del 3,7 e del 2,1 percento rispetto all'anno precedente e al mese successivo. Anche i tassi di mortalità in ospedale sono stati più elevati, ma solo durante la finale Germania – Argentina, balzati dall'8 percento degli altri anni al 12 percento. Il professor Keller ritiene che in questo caso specifico possa aver giocato un ruolo importante il ritardo con cui si è chiesto aiuto. Risultati affini sull'incidenza dei casi di infarto sono emersi da uno studio condotto in Germania sui mondiali del 2006 (l'anno della vittoria dell'Italia, proprio in terra tedesca) e da un altro dedicato agli aventi cardiovascolari durante Francia 1998. I ricercatori raccomandano dunque di vivere le partite senza troppa agitazione e stress, soprattutto se si è pazienti considerati a rischio. I dettagli della ricerca “Total numbers and in-hospital mortality of patients with myocardial infarction in Germany during the FIFA soccer world cup 2014” sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports del circuito Nature.