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Perché chi dorme poco rischia ansia e depressione

Un team di psicologi ha determinato che chi dorme poco viene sopraffatto dai pensieri negativi e ha maggiori probabilità di soffrire di ansia e depressione.
A cura di Andrea Centini
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Dormire meno delle 8 ore a notte raccomandate aumenta il rischio di ansia e depressione. Lo ha determinato un team di psicologi dell'Università Binghamton – Università Statale di New York, dopo aver condotto una serie di esperimenti con 52 adulti colpiti da pensieri negativi ricorrenti, quelli che si presentano alla mente in modo del tutto incontrollato e ossessivo. I ricercatori, coordinati dalla professoressa di Psicologia Meredith Coles e dal dottor Jacob Nota, per giungere alle loro conclusioni hanno sottoposto i partecipanti alla visione di immagini in grado di scatenare una forte reazione emotiva, e ne hanno monitorato la durata del sonno e l'attenzione attraverso dispositivi di eye tracking, che tengono traccia dei movimenti oculari.

Dall'analisi dei dati è emerso che le persone che dormivano meno erano quelle che passavano più tempo a osservare gli stimoli negativi e quelle che avevano maggiore difficoltà a spostare la propria attenzione dagli stessi, un fenomeno osservato anche nei soggetti che avevano fatica ad addormentarsi una volta sdraiatisi sul letto. “Abbiamo scoperto che le persone coinvolte in questo studio avevano la tendenza a mantenere i pensieri negativi ‘bloccati' nelle loro teste, e l'elevato pensiero negativo rendeva difficile per loro disimpegnarsi dagli stimoli negativi a cui li abbiamo esposti”, ha sottolineato la dottoressa Coles. “Mentre altre persone potrebbero essere in grado di affrontare informazioni negative e guardare oltre, i partecipanti hanno avuto difficoltà a ignorarle”.

Chi dorme poco, in pratica, verrebbe letteralmente sopraffatto dai pensieri negativi ricorrenti, che catalizzano lo stato di agitazione, riducono ulteriormente la durata del sonno e aumentano le probabilità di essere vittime di ansia e disturbi depressivi. Un vero e proprio circolo vizioso della negatività, che secondo i ricercatori potrebbe essere contrastato regolando i cicli di sonno dei pazienti. Che l'insonnia faccia male, del resto, non è una novità; un recente studio dell'Università Politecnica delle Marche e dell'Università del Wisconsin ha infatti dimostrato che la carenza di sonno attiva un vero e proprio meccanismo di ‘autoconsumazione' cerebrale. I dettagli della ricerca americana sono stati pubblicati sulla rivista scientifica ScienceDirect.

[Credit: Sasint]

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