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Pensi di sapere cosa succede negli allevamenti di suini in Italia?

La LAV è entrata negli allevamenti di suini italiani e ci mostra ciò che avviene al loro interno: mutilazioni genitali e taglio della coda entrambi effettuati senza anestesia. Quanti di noi sanno realmente ciò che succede all’interno delle fabbriche della carne?
A cura di Zeina Ayache
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Il principio non è essere vegetariani o vegani, il principio è essere consumatori consapevoli. Ogni giorno sono milioni gli italiani che si nutrono di carne di maiale, ma quanti sono realmente consapevoli di cosa avviene all'interno degli allevamenti di suini del nostro Paese? Quanti hanno idea delle sofferenze che subiscono questi animali già dai primi giorni di vita? La LAV è entrata negli allevamenti italiani e ci mostra e spiega ciò che avviene in queste vere e proprie fabbriche del dolore all'interno delle quali vivono milioni di maiali destinati al macello.

Parlare di allevamenti di suini significa anche parlare di mutilazioni genitali e taglio della coda entrambi eseguiti senza anestesia. Accade infatti che i piccoli suini, quando hanno circa una settimana di vita (5 giorni di solito), vengono castrati meccanicamente con l'utilizzo di uno strumento che mutila l'animale senza anestesia.

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Come? I maialini vengono staccati dalla madre, tenuti dalle zampe posteriori e immobilizzati, a questo punto un operatore, che non è un veterinario, taglia lo scroto praticando un'incisione, recide di testicoli e chiude la ferita, con un unico bisturi per tutti i maiali. In molti casi, purtroppo, la LAV ha potuto constatare che, in seguito alla mutilazione, i piccoli vengono ‘rilanciati' nel box, proprio come se si trattasse di un paio di scarpe e non di un essere vivente in grado di provare dolore o sentimenti.

Perché? Il motivo è ovviamente qualitativo. Quando crescono, i suini maschi sviluppano un ormone molto odoroso, che conosciamo come ‘odore di verro', che porta la carne ad avere un sapore acre una volta cotta. L'insorgenza di questo odore però ha una probabilità bassa, stiamo parlando del 3,3% dei casi, che potrebbe essere ridotta con condizioni di vita e alimentari migliori (basta farsi un giro negli allevamenti intensivi per rendersi conto che le condizioni igienico-sanitarie non sono certo ottimali).

Questo tipo di pratica potrebbe tranquillamente essere evitato. Le svariate sperimentazioni sugli animali hanno portato la scienza a progredire e a sviluppare vaccinazioni contro l'odore di verro.

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Purtroppo le ‘torture' non finiscono qui. I maialini infatti subiscono anche il taglio della coda, anch'esso praticato senza l'utilizzo dell'anestesia. Non si tratta di una vera e propria operazione chirurgica: qui infatti la coda viene recisa con una tenaglia.

Perché? Le condizioni di vita dei maiali li rendono spesso aggressivi. Spazi piccoli al punto da non poter quasi sdraiarsi, scarsa igiene e sovraffollamento farebbero innervosire chiunque, capita quindi che i maiali finiscano per mordersi a vicenda, in particolare alla coda. Simili ferite possono portare infezioni, per evitarle dunque, invece di offrire maggior comfort e benessere ai maiali, gli allevatori preferiscono tagliare la coda.

Sottolineiamo che queste pratiche sono consentite dalla legge.

Il Mondo, o meglio l'essere umano, per fortuna tende a progredire e, in questo senso, sembrerebbero esserci speranze per i suini. La Dichiarazione Europea “Boars2018”, promossa dalla Commissione Europea, punta infatti ad eliminare la castrazione chirurgica dei suini in Europa entro l'1 gennaio 2018. Se tutto dovesse andare per il meglio, i prossimi 160 milioni di maiali maschi dovrebbero essere gli ultimi a subire la mutilazione dei genitali senza anestesia.

Purtroppo la consapevolezza è che, per quanto il numero di persone sensibili all'argomento sia in crescita, sono ancora moltissimi gli italiani che non provano alcun interesse verso le condizioni di vita degli animali negli allevamenti, molto spesso considerati al pari di oggetti, senza una dignità di individuo, ma semplici elementi di una catena alimentare ormai squilibrata e caratterizzata per lo più da abusi continui, sprechi incalcolabili e sofferenze inutili.

Se il futuro difficilmente sarà vegetariano o vegano, la speranza è che possa almeno essere sostenibile per i milioni di animali che ogni giorno vengono allevati per finire nei nostri piatti.

[Foto da Dossier 2016 LAV: le cruente “abitudini” negli allevamenti di maiali in europa]

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