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Paziente-zombie racconta la “Sindrome del morto che cammina”

Graham, 49 anni, tenta il suicidio. Dopo il fatto inizia a credere che il proprio cervello sia morto. Da allora comincia a frequentare il cimitero, evitare il cibo “perché ero morto”, non sentire odori e sapori. Poi i medici scoprono che Graham era riuscito a “spegnere” alcune aree cerebrali.
A cura di Redazione Scienze
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La Sindrome di Cotard, in estrema sintesi, è vivere pensando di essere morti. Si tratta di una delle malattie più rare al mondo, tanto che a soffrirne, secondo alcune stime, non sarebbero che poche centinaia al mondo. Il malato, in questo caso, pensa di essere morto o di aver perso parte dei propri organi, tanto che la malattia viene definita anche "Sindrome del morto che cammina", ovvero dello zombie. Un focus sull'argomento viene dedicato dal New Scientist, che riporta la lettera di Graham, un uomo affetto in passato dalla Sindrome di Cotard, firmata anche dai suoi medici.

Graham racconta che tutto era cominciato quando, a seguito di una grave depressione, cercò di suicidarsi nella vasca da bagno gettando nell'acqua un apparecchio elettrico. Otto mesi dopo comunicò che il suo cervello era morto. L'uomo iniziò a frequentare assiduamente il cimitero: "Sentivo che potevo anche restare lì, era il posto più vicino alla morte. Ma la polizia sarebbe venuta a prendermi, e a portarmi a casa". Graham smise di fumare e opponeva resistenza al cibo "perché ero morto". Anche i sensi si erano ridotti, tanto da non percepire più né odori, né sapori.

Di fronte al male di Graham, i medici apparvero disorientati, finché non arrivò il momento della tac che mise in evidenza la capacità del paziente di ridurre la propria attività cerebrale, quasi realizzando il pensiero di cui si era convinto egli stesso. Secondo Steven Laureys dell'University of Liege in Belgio, "La funzione del cervello di Graham assomiglia a quella di una persona durante l'anestesia o il sonno". Dopo mesi di terapia, il paziente – che comunque continua il proprio ciclo di sedute – è sulla strada della guarigione.

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