45 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Parti di tigre e rinoceronte per scopi medici, Cina riapre il mercato dopo 25 anni di divieto

A 25 anni dall’entrata in vigore del divieto assoluto di vendere ossa di tigre e corni di rinoceronte, la Cina ha deciso di riaprirne il mercato per scopi medici, scientifici e culturali. Seppur con limiti stringenti, la commercializzazione delle parti di questi animali può far rifiorire nell’ombra il mercato illegale, mettendo in serio pericolo specie gravemente minacciate di estinzione.
A cura di Andrea Centini
45 CONDIVISIONI
Immagine

La Cina ha annunciato che in alcune specifiche e speciali circostanze sarà di nuovo possibile commercializzare parti di tigre e rinoceronte (come ossa e corni) per usi medici, scientifici e culturali. Con questa decisione viene parzialmente rivisto il divieto assoluto di vendita e scambio istituito nel lontano 1993, introdotto per tutelare specie seriamente minacciate di estinzione. Le tigri e i rinoceronti lo sono ancora oggi, in particolar modo i felini, dei quali si stima ne sopravvivano in natura soltanto tremila esemplari, dunque non si capisce cosa possa aver spinto il governo cinese a prendere una simile iniziativa, in netto contrasto con le politiche a favore dell'ambiente e della fauna degli ultimi anni. Basti pensare alla messa al bando del commercio di avorio entrata in vigore alla fine del 2017.

L'allentamento del divieto del 1993 riguarda animali allevati in cattività, inoltre gli scambi saranno possibili solo previa autorizzazione delle autorità, che effettuerano "rigidi controlli". Le polveri ottenute dalla frantumazione delle ossa di tigre e dai corni di rinoceronte, infine, potranno essere usate solo da personale specializzato in ospedali ufficialmente riconosciuti dall’amministrazione statale della medicina tradizionale cinese. Nonostante questi limiti, le organizzazione ambientaliste – in primis il World Wildlife Fund (WWF) – ritengono che la pur ristretta e circostanziata riapertura del mercato possa avere “conseguenze devastanti a livello globale”.

Le ragioni sono molteplici. Innanzitutto, la domanda di parti di tigre e rinoceronte sono in netto calo da quando fu imposto il divieto 25 anni fa; con la riapertura del mercato si rivitalizzerà una richiesta sull'orlo dell'estinzione, proprio come le specie malauguratamente coinvolte. In secondo luogo, laddove esiste un mercato legale, si può favorire indirettamente quello illegale, sfruttando coperture e funzionari compiacenti attraverso la corruzione. In ultima istanza, la presenza di un mercato illegale e di uno legale potrebbe aumentare la confusione tra forze dell'ordine e dei consumatori, catalizzando il commercio di altre parti di tigre e rinoceronte.

Insomma, anche se il ministro degli esteri cinese Lu Kang si è affrettato a sottolineare che le modifiche annunciate serviranno a “colmare lacune della precedente regolamentazione”, il fatto che parti di animali fortemente minacciati possano tornare in vendita non può che preoccupare chi da anni si batte per la loro conservazione. Basti pensare che nel 2010 fu la stessa Federazione mondiale delle Società di medicina cinese a ricordare ai consumatori di non utilizzare parti di tigre o di altri animali minacciati di estinzione.

Con popolazioni selvagge di tigri e rinoceronti a livelli così bassi e di fronte alle numerose minacce che mettono a rischio il futuro di queste specie, legalizzare la commercializzazione di ‘parti' di questi animali in Cina è semplicemente un errore dalle dimensioni drammatiche. Questa decisione sembra essere in netta contraddizione con la leadership che la Cina ha dimostrato di recente nell'affrontare il commercio illegale di specie selvatiche, compresa la chiusura del mercato nazionale di avorio, un punto di svolta per gli elefanti calorosamente accolto dalla comunità globale”, ha dichiarato Margaret Kinnaird, a capo del WWF Wildlife Practice.

In Cina sono attive aziende in cui le tigri, felini naturalmente presenti nel territorio, vengono allevate in cattività, ma imprenditori stanno già fiutando l'affare dell'allevamento di rinoceronti. In Asia sono presenti tre specie di rinoceronte che potrebbero essere coinvolte, ovvero il rinoceronte indiano, il rinoceronte di Giava e il rinoceronte di Sumatra. Sono tutte e tre minacciate di estinzione; la prima è considerata vulnerabile, le altre due sono invece incluse con codice CR nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, sono cioè in pericolo critico. Il WWF chiede la chiusura degli allevamenti di tigre e lo stop alle modifiche del divieto del 1993.

45 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views