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Orecchio ‘coltivato’ su un avambraccio e trapiantato: l’assurdo intervento su una soldatessa

La curiosa procedura è stata eseguita al William Beaumont Army Medical Center su Shumika Burrage, una soldatessa diciannovenne che aveva perduto il proprio orecchio in seguito a un grave incidente stradale nel 2016. L’organo è stato ricostruito con la cartilagine asportata dalle costole della ragazza.
A cura di Andrea Centini
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Un orecchio ‘coltivato' in un avambraccio è stato trapiantato a una donna che lo aveva perduto in seguito a un grave incidente stradale. L'avveniristico intervento è stato eseguito presso il William Beaumont Army Medical Center di El Paso, in Texas, un grande ospedale militare con un avanzato centro di chirurgia plastica, creato per trattare i devastanti traumi di guerra.

La donna, la soldatessa diciannovenne Shumika Burrage, nel 2016 fu sbalzata dall'auto della cugina in seguito allo scoppio di uno pneumatico; l'impatto, violentissimo, le provocò gravi lesioni alla testa, compresa la perdita di un orecchio. I chirurghi plastici guidati dal colonnello Owen Johnson III che la ebbero in cura le proposero il peculiare intervento, che la Burrage accettò dopo un periodo di dubbi e riflessioni.

Del resto, l'iter prevedeva l'espianto della cartilagine dalle sue costole e la successiva ‘coltivazione' dell'organo direttamente all'interno del suo avambraccio destro. Dopo aver ricevuto l'atteso ok, i medici hanno prelevato cartilagine a sufficienza per ‘scolpire' un orecchio identico a quello ancora integro, e dopo averlo sapientemente modellato lo hanno impiantato nell'avambraccio. Lo scopo dell'impianto era la vascolarizzazione naturale che di lì a poco sarebbe venuta a crearsi, necessaria per eseguire il successivo trapianto dell'orecchio nella sua sede definitiva.

L'intervento è perfettamente riuscito e ha permesso ai medici anche di aprire il canale uditivo sinistro della ragazza, che si era ostruito in seguito all'incidente stradale. Sebbene l'orecchio innestato sia già ‘operativo', saranno necessari altri due interventi e un periodo di cinque anni, prima che diventi indistinguibile da uno naturale e prenda la completa funzionalità.

Un intervento analogo è stato eseguito sei anni fa all'Università Johns Hopkins, mentre in Cina una equipe di medici e scienziati del Tissue Engineering Research Key Laboratory e della Scuola di Medicina dell'Università Jiao Tong di Shanghai ha recentemente stampato in 3D e impiantato orecchie a bambini colpiti da microtia, una malformazione congenita del padiglione auricolare.

[Credit: William Beaumont Army Medical Center]

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