Ora solare 2014, ecco quando regolare gli orologi
La notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2014 ci sincronizzeremo nuovamente all'ora solare, che entra in vigore alle 3 di notte, quando gli orologi più moderni (ad esempio quelli istallati in molti cellulari) punteranno sulle 2. Per i dormiglioni si tratterà di un vantaggio non da poco, sebbene, cadendo sempre di domenica, il beneficio sia ridotto. Lo spostamento delle lancette implica infatti un'ora di sonno in più e fa il paio con quella persa nel momento in cui siamo passati all'ora legale a marzo.
La differenza tra ora solare e ora legale sembra essere questione solo di lancette, ma bisogna precisare che alla base di questa distinzione ci sono motivazioni precise (che spiegheremo di seguito) e che, soprattutto, il vero discrimine da paese a paese è dato dall'ora legale. Detto altrimenti: l'ora solare, adeguata secondo i diversi fusi orari, si applica ovunque, quella legale solo agli stati che hanno deciso di applicarla. Letto in questo modo, l'appuntamento di ottobre diventa null'altro che il ritorno alla "normalità".
Quando si spostano le lancette
Significato: perché si chiama ora solare
A che serve l'ora solare?
Svantaggi: dimenticarsi e fare tardi agli appuntamenti?
Quando si spostano le lancette
Come suddetto l'ora solare scatta il 26 ottobre alle 3.00 am, quando si "torna" nuovamente alle 2.00 am (il vuol dire che, mantenendo intatti gli orari di sonno, si dorme un'ora in più). La data cambia di anno in anno, poiché, secondo il decreto del 18.09.2013, l'ora solare viene puntata nuovamente l'ultima domenica di ottobre, mentre quella legale ritorna l'ultima domenica di marzo. Si tratta di una legge che recepisce una normativa europea e che rende comunque possibile prevedere i prossimi cambi di orario. Possiamo già dire, ad esempio, che l'anno prossimo l'ora legale comincerà il 29 marzo 2015, mentre l'ora solare tornerà il 25 ottobre 2015.
Significato: perché si chiama ora solare?
Una domanda frequente è perché un'ora sia "legale" mentre l'altra sia "solare". La domanda sembra suggerire la risposta, ma in effetti non tutti sanno che l' "invenzione" riguarda esclusivamente l'ora legale. E' questa, infatti, ad essere stata introdotta da Benjamin Franklin nel 1784 e successivamente ad essersi affermata per legge (perciò è legale) anche in Italia. L'aggettivo "solare", invece, fa riferimento – abbastanza semplicisticamente – al movimento del sole e dunque ad un ritmo di vita agreste che tuttavia si è perso nel momento in cui si è affermata la civiltà industriale. In realtà sarebbe più corretto chiamare questo orario "tempo universale" (in inglese "Universal Time", UT), basato sul giorno solare medio calcolato sul meridiano di Greenwich (Greenwich Mean Time, GMT), a cui si aggiungono o si sottraggono ore in base al fuso orario. Insomma, non si tratta di un'ora solare – nel senso di "naturale" – poiché è anch'essa frutto di un'approssimazione matematica e di una convenzione sociale. Ma se continuiamo a chiamarla "solare", ci capiamo lo stesso.
A che serve l'ora solare?
Giudizi impietosi, ma sostenuti da ricerche scientifiche, vogliono non serva a nulla, tanto da avanzare la richiesta di un orario unico tutto l'anno, come del resto avviene nella maggior parte del mondo. La disputa è tra chi sostiene le ragioni iniziali del cambio d'ora, ossia l'uso dell'ora legale per ridurre i consumi energetici, e chi contesta invece che al cambio d'ora siano legati disturbi del sonno e rischi cardiaci. Ma non solo, perché secondo questa scuola l'ora legale non terrebbe in conto che i consumi legati all'illuminazione sarebbero destinati a ridursi grazie alle tecnologie di risparmio energetico come le luci al LED. In realtà diversi studi contestano questa tesi e confermano che la distinzione di orari permette effettivamente un risparmio complessivo che, secondo la società Terna, ammonta a 560 milioni di kilowattora circa nei primi mesi del 2013. E con la salute, come la mettiamo?
Svantaggi: dimenticarsi e fare tardi agli appuntamenti?
La prima paura sembra essere questa e ai più, almeno una volta nella vita, sarà capitato di dimenticare di regolare gli orologi. Con il risultato, magari, di fare tardi ad un appuntamento anche nei giorni successivi. In realtà il cambio d'orario avviene non a caso di domenica proprio per limitare i danni ed impedire che a marzo si dorma un'ora di meno in un giorno lavorativo. Lo stress comunque si trasferirebbe anche al lunedì successivo, tanto che, secondo una ricerca svedese condotta nel 2008, il rischio di infarti aumenta del 5%. Ciononostante, ricordano alcuni esperti cambiare orario una volta all'anno permette di adeguare i nostri bioritmi allo spostamento del sole, potendo sfruttare al massimo le ore diurne. Insomma: se dopo l'estate fa buio prima, conviene "arretrare" di un'ora le nostre abitudini di vita. Viceversa lavoreremmo di più durante le ore di buio e dormiremmo di più durante quelle di luce: il che potrebbe diventare, ancora una volta, causa di stress.