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Tra ora legale e ora solare, forse è ora di farla finita: perché spostare le lancette fa più male che bene

La vecchia consuetudine del risparmio di luce solare non produce più tanti benefici come un tempo, e comporta diversi problemi imprevisti, tra cui un aumento del rischio di infarto e di incidenti sul lavoro.
A cura di Roberto Paura
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Si torna all’ora solare: i telegiornali sono pieni di avvertimenti sugli effetti psicologici prodotti dalla riduzione delle ore di luce, ma tutti sono pronti a ricordare i benefici dell’ora legale, quella che scatta a marzo e finisce a ottobre, e che ci permette di godere di un numero maggiore di ore di luce solare. Risparmio energetico, taglio delle emissioni di gas serra, e un po’ di risparmio anche per la bolletta elettrica. Ma ora diverse ricerche dimostrano che spostare le lancette due volte l’anno fa più male che bene, per una serie di insospettabili motivi.

I risparmi dell'ora legale

Il passaggio all'ora legale garantisce alcuni benefici in termini di consumo energtico.
Il passaggio all'ora legale garantisce alcuni benefici in termini di consumo energtico.

Nel 2011, con l’ora legale, abbiamo risparmiato, in Italia, 650 milioni di chilowattora, poca roba rispetto ai circa 350 miliardi di chilowattora che il nostro paese consuma annualmente. Per essere precisi, parliamo dello 0,2%. Abbiamo risparmiato anche economicamente: per la precisione, accendendo di meno la luce le bollette italiane sono risultate più leggere di 91 milioni di euro. Sembra molto, ma in realtà il risparmio a persona è di appena 1,5 euro: il costo di un quotidiano con un inserto settimanale. Forse può convincere di più il risparmio ambientale, calcolato in 300mila tonnellate di CO2 in meno rilasciate nell’atmosfera. Ma anche qui è poca roba se consideriamo che annualmente l’Italia, nel solo settore termoelettrico che ci interessa, produce circa 140 milioni di tonnellate di anidride carbonica: dunque, con l’ora legale il risparmio in termini di emissioni di gas serra è quasi irrisorio, e la percentuale, manco a farlo apposta, è la stessa di prima: 0,2%.

Qualcuno dirà che alla fine è pur sempre un guadagno, considerando che spostare le lancette ci costa poco o nulla. La pensavano così i nostri politici quando nel 1965 decisero di ripristinare la pratica, impiegata a intermittenza per tutta la prima metà del secolo scorso, dell’ora legale. Ma alla metà degli anni ’60 il miracolo economico iniziava a frenare e la crisi energetica cominciò a farsi sentire in tutto il mondo, tanto che pochi anni dopo l’Austerity tagliò drasticamente i consumi elettrici, obbligando i cinema e i locali a chiudere alle 22, la Rai a concludere le trasmissioni entro le 22.45, mentre i negozi dovettero spegnere tutte le insegne luminose. Oggi, per quanto la crisi energetica sia un tema di attualità, quelle misure draconiane ci sembrano distanti, e forse un po’ lo sono. Perciò, sarebbe ora di ripensare anche ai vantaggi e agli svantaggi del cambio d’ora.

I consumi elettrici in un mondo che cambia

Quando, nel 2006, lo stato americano dell’Indiana ha per la prima volta adottato l’ora legale, l’economista della Santa Barbara University of California, Matthew Kotchen, calcolò insieme ai suoi colleghi che non solo non c’era stato un risparmio, ma che anzi i consumi energetici dell’Indiana erano aumentati di almeno l’1%. Come è possibile? È possibile perché, a fronte dell’effettiva riduzione dei consumi della luce elettrica, si assiste a un tenue aumento dell’uso del riscaldamento nei primi mesi primaverili (soprattutto marzo) e a un rilevante aumento dell’uso dei condizionatori nei mesi estivi. Apparecchi che consumano molta più energia di una lampadina. Secondo Kotchen, anche in termini economici non c’è stato alcun risparmio, anzi: la scelta di adottare l’ora legale è costata 9 milioni di dollari in più.

Mentre nell'UE tutti i paesi adottano l'ora legale, negli USA alcuni Stati ne fanno a meno.
Mentre nell'UE tutti i paesi adottano l'ora legale, negli USA alcuni Stati ne fanno a meno.

Nel 2007 gli Stati Uniti hanno deciso di estendere la durata dell’ora legale, scattata tre settimane prima del solito (nella seconda settimana di marzo) e terminata una settimana dopo in autunno. Un’indagine nel più grande stato degli USA, la California, deluse però le aspettative del governo: i consumi energetici risultarono calati solo dello 0,2%, ma il margine di errore di questo valore era pari all’1,5%, per cui c’erano buone possibilità che i consumi risultassero addirittura maggiori rispetto agli anni precedenti. Secondo gli esperti, in stati più al sud, come la Florida, il peso dei condizionatori avrebbe reso gli effetti dell’ora legale ancora meno rilevanti, se non addirittura negativi.

Lunedì nero: il rischio infarto e l'ora legale

Un effetto imprevedibile del passaggio dall’ora solare a quella legale e viceversa è stato invece pubblicato nell’ottobre 2008 sul New England Journal of Medicine: secondo un gruppo di ricerca del Karolinska Institute di Stoccolma, che ha monitorato gli infarti del miocardio in Svezia a partire dal 1987, nella settimana successiva allo spostamento delle lancette, a marzo, il numero di infarti aumenta del 5%. Un valore troppo alto per non destare sospetti: secondo i ricercatori, dipenderebbe dai disturbi sul ritmo biologico sonno-veglia prodotti dallo spostamento delle lancette.

In effetti quello sonno-veglia è uno dei più importanti ritmi “circadiani” del nostro organismo, così detti perché legati a una sorta di orologio interno biologico regolato sull’alternarsi del giorno e della notte. Spostare le lancette diventa così un’operazione più problematica di quello che sembra. Se gli psicologi avvertono di prepararsi a possibili depressioni, svogliatezza o insonnia, è perché il problema, in realtà, non risiede nella psiche, quanto nel corpo. È quindi molto più reale di quanto sembri.

Spostare le lancette della sveglia può disturbare il ritmo circadiano sonno-veglia.
Spostare le lancette della sveglia può disturbare il ritmo circadiano sonno-veglia.

Normalmente, pochi di noi si concedono il lusso di svegliarsi all’ora che preferiscono. Il ritmo sonno-veglia viene così regolato sull’orario della sveglia: i parametri cardiovascolari iniziano a risalire nei minuti precedenti il suono della sveglia, tanto che parecchie persone hanno l’abitudine di svegliarsi spontaneamente – per quanto con scarsa voglia – pochi istanti prima che la sveglia li strappi dal mondo dei sogni. Ciò non avviene nel weekend, quando ci si può finalmente godere qualche ora di sonno in più, e svegliarsi quando il corpo è del tutto riposato. Ma cosa succede il lunedì successivo al passaggio all’ora legale, quando le lancette vengo spostate un’ora indietro? Succede che quando suona la sveglia, i parametri cardiovascolari regolati sulla sveglia, e che non sanno nulla del fatto che abbiamo in realtà spostato le lancette indietro di un’ora, sono ancora bassi quando in realtà è ora di alzarsi. In una situazione normale ciò produce solo qualche fastidio per una settimana circa, prima che l’orologio biologico possa tornare a regolarsi. Ma in una situazione a rischio, i problemi possono acuirsi: il suono della sveglia comporta un improvviso rilascio nel sangue di adrenalina e cortisolo, ormoni che vanno subito a innalzare la pressione sanguigna e il battito cardiaco. In un cuore già fragile, uno shock del genere può essere letale, e difatti in diversi casi lo è. Che si tratti di una realtà scientifica e non di una mera curiosità statistica, lo dimostra il fatto che il lunedì successivo al passaggio all’ora solare – a ottobre – è il giorno con il più basso tasso di infarti avvenuti nelle prime ore del mattino. E ciò in quanto, in questo caso, il nostro corpo si sveglia un’ora prima della sveglia, per cui quando questa effettivamente suona non avviene nessun rilascio di adrenalina nel sangue.

Incidenti d'auto e sul lavoro: effetto del calo d'attenzione?

[quote|left]|Il primo lunedì successivo al passaggio all’ora legale il numero di incidenti d’auto aumenta dell’8%.[/quote]Non solo. Il primo lunedì successivo al passaggio all’ora legale il numero di incidenti d’auto aumenta dell’8%, probabilmente proprio a causa dello scompenso prodotto dal ritmo sonno-veglia, che riduce l’attenzione del conducente. Quest’ipotesi è confermata da una altro dato allarmante: nello stesso giorno, il tasso di incidenti sul lavoro aumenta del 5,7%. Certo, specularmente il lunedì successivo all’entrata in vigore dell’ora solare queste percentuali calano rispetto alla media, per cui si potrebbe sostenere che quel che si perde da un lato si guadagna dall’altro… ma non andate a spiegarlo a quelli che hanno perso la vita per una lancetta spostata indietro di un’ora!

Sul sito di Scientific American, l’esperto di energia e ambiente David Biello propone quindi la soluzione inevitabile: o abolire l’ora legale o, meglio ancora, estenderla a tutto l’anno, rendendola di fatto permanente. Secondo alcuni, quando negli anni ’70 il governo inglese sperimentò quest’ultima soluzione, il maggior numero di ore di luce solare salvò oltre 400 vite l’anno altrimenti perite in incidenti d’auto. E, sembra, rese più felici parecchi inglesi: fatto difficilmente quantificabile, ma probabilmente più importante di qualche spicciolo risparmiato sulla bolletta.

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