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Oltre un quarto degli animali vertebrati muore a causa dell’uomo

Un team di ricerca americano ha dimostrato che la nostra specie è direttamente responsabile della morte del 28% degli animali vertebrati, in particolar modo di uccelli e mammiferi adulti di grandi dimensioni. Il tasso di mortalità è così elevato che può influenzare i processi evolutivi e il funzionamento degli ecosistemi.
A cura di Andrea Centini
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Oltre un quarto dei vertebrati terrestri muore direttamente a causa dell'uomo, che ha un effetto “enormemente sproporzionato” sulle altre specie. Lo ha dimostrato un team di ricerca americano composto da studiosi del progetto Camp Fire Program in Wildlife Conservation dell'Università di New York e del Dipartimento dell'Agricoltura. Gli studiosi, coordinati da professor Jacob E. Hill, docente presso il SUNY College of Environmental Science and Forestry (ESF) dell'ateneo newyorchese, sono giunti a questa terribile conclusione dopo aver analizzato i dati di oltre 1.100 studi, condotti tra il 1970 e il 2018.

Numeri agghiaccianti. Hill e colleghi si sono focalizzati sulle ricerche che hanno studiato animali con radiocollari e altri strumenti telemetrici in grado di determinare le cause della morte. In tutto sono stati coinvolti oltre 120mila esemplari di 305 specie di vertebrati, tra rettili, uccelli, mammiferi e anfibi (non inclusi i pesci). Tra questi animali è stata determinata con certezza la morte di circa 43mila esemplari. Dall'analisi statistica dei dati è emerso che l'uomo era il responsabile diretto della morte del 28 percento di essi, mentre il restante 72 percento dei decessi era dovuto a cause naturali. Le principali fonti di mortalità emerse erano il 55 percento predazione e il 17 percento le catture legalizzate (caccia con licenza e simili).

Le vittime "predilette". Gli animali che avevano maggiori probabilità di essere uccisi dall'essere umano erano uccelli e mammiferi adulti, in particolar modo quelli di grandi dimensioni. I mammiferi sono risultati essere quelli che più di tutti passavano da una mortalità giovanile prevalemente legata a cause naturali a quella antropogenica in età adulta. Gli scienziati sottolineano che quelle rilevate sono solo cause di morte dirette, come ad esempio caccia e investimenti sulle strade. Se si considerano l'urbanizzazione, la distruzione degli habitat naturali, i cambiamenti climatici e altri fattori “diventa chiaro che l'uomo ha un effetto sproporzionato su altri vertebrati terrestri”, ha dichiarato il professor Belant.

Effetto catastrofico. “Sappiamo tutti che gli esseri umani possono avere un effetto devastante sulla fauna selvatica. Siamo solo una tra le oltre 35.000 specie di vertebrati terrestri in tutto il mondo ma responsabili di oltre un quarto delle loro morti, ciò fornisce una prospettiva su quanto sia grande il nostro effetto”, ha dichiarato il professor Belant. A preoccupare gli scienziati il fatto che ben il 75 percento dei territori terrestri è influenzato dalle attività umane – le aree selvagge sono sempre meno –; l'elevato tasso di mortalità indotto sulle altre specie di vertebrati può determinare effetti sia sui processi evolutivi che sul funzionamento degli ecosistemi. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Global Ecology and Biogeography.

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