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Olio di colza, quando i media confondono 11 kg con 110 grammi

L’olio di colza si ama e si odia a seconda delle tesi di complotto più in voga. Oggi qualcuno vanta i suoi strepitosi poteri dimagranti. Peccato che si tratti di una svista da parte di chi ha diffuso uno studio più serio.
A cura di Juanne Pili
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Un recente studio presentato al meeting annuale della Obesity society dai ricercatori della PennState University prometterebbe di farci perdere fino a undici chili in quattro settimane condendo i nostri cibi con l'olio di colza. Peccato che l'articolo originale con corrisponde del tutto a quanto riportano i media, dove il cosiddetto "Canola" (olio del Canada) diventa un alimento dagli strepitosi poteri dimagranti. Del resto non è nuovo a notizie sensazionali riguardo le sue proprietà. Ecco in breve le tesi più diffuse:

  1. Undici chili in quattro settimane condendo gli alimenti con l'olio di colza;
  2. Invece no! Fa malissimo;
  3. Olio di colza nel motore diesel.

1. Undici chili in quattro settimane

Stando allo studio, l'idea è che i grassi monoinsaturi attiverebbero i recettori della proliferazione perossisomale, incrementando così la capacità di ossidazione: i cosiddetti Ppar. Si riportano quindi le osservazioni fatte sul lungo periodo: quattro settimane, seguite da un periodo non espositivo che va da due a quattro settimane.

Deformazioni mediatiche. In che modo questa ricerca possa dimostrare, con assoluta certezza, che assumere olio di colza possa farci perdere fino a "undici chili in quattro settimane" non è molto chiaro. Ed è qui che lo studio finisce e cominciano le alterazioni della diffusione mediatica. I nostri due esperti di EduTube (rispettivamente di biologia e biomedicina), Daniel Puente e Gaetano Pezzicoli hanno passato al vaglio lo studio in questione e la letteratura scientifica più recente sul tema: tutto potrebbe spiegarsi col fraintendimento di un articolo divulgativo di PennState – come in altri risalenti al 2 novembre – dove si parla di una riduzione di peso pari a 0,11Kg, non "11". Andando al contesto leggiamo anche in altri articoli la seguente definizione: "0.11 kg, or a quarter of pound", ovvero un quarto di libbra, che corrisponde a circa 113 grammi. Insomma, qualcuno deve avere provvidenzialmente fatto slittare la virgola, creando l'equivoco che leggiamo anche nei siti di informazione considerati più autorevoli. I ricercatori non hanno nessuna responsabilità.

2. Invece no! Fa malissimo

Come già riportato su Snope si trovano in Rete anche post che sostengono la dannosità dell'olio di colza.  Viene avvertito forse come una novità nei supermercati, e come tutte le cose nuove ed "esotiche" tende ad ispirare narrazioni ansiogene. Quel che spaventa è soprattutto il "mistero" del modo in cui viene prodotto, che invece appare cristallino in tutti gli altri tipi di olio. Salta fuori così che il Canola sarebbe frutto di modifiche genetiche da parte delle aziende canadesi.

Spaventose manipolazioni. La pianta della colza (Brassica napus) è il vegetale da cui si ottiene quest'olio. Si tratta in realtà di un prodotto già noto da secoli in Europa, India, Cina e Giappone. La bufala non a caso nasce e si diffonde negli Stati Uniti. E' anche vero che la cottura ad alte temperature dell'olio di colza non raffinato  è stato correlato ad un aumentato del rischio di cancro ai polmoni, perché ad alte temperature emanerebbe sostanze chimiche in grado di causare gravi mutazioni genetiche. Stando a precedenti analisi di laboratorio è stato accertato che l'olio di colza contiene alte percentuali di acido eurico (dal 30 al 60%), sostanza che nelle cavie da laboratorio avrebbe causato delle lesioni al cuore. Tuttavia già dal 1974 si è riusciti a ridurre fino a meno del 2% la quantità di questa sostanza – ovvero al di sotto dei livelli di rischio – si è riusciti anche a sostituirlo totalmente con l'acido oleico. In questo senso dobbiamo intendere le "manipolazioni" che tanto spaventano chi diffonde mail e post allarmanti sull'olio di colza. Per maggiori approfondimenti suggeriamo la lettura di questo articolo.

3. Olio di colza nel motore diesel

Fin dal 2005 si sostiene che l'olio di colza può essere usato nei motori diesel al posto del "carburante ufficiale" a costi ridotti, quindi esisterebbe un complotto volto a rendere illegale questa pratica da parte dei governi, anche se ridurrebbe l'inquinamento.

E' vero che l'olio di colza è uno degli ingredienti del biodiesel, va fatto notare però che questo funziona nei motori opportunamente predisposti. Non esistono ad oggi studi seri che dimostrano di poter mettere in moto un motore diesel alimentandolo semplicemente col Canola. I Vip che in passato hanno diffuso questa bufala non fanno certo testo, al netto di quelli che sono stati chiamati in causa senza aver mai sostenuto niente in proposito.

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