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Oceani più sani con la pesca sostenibile: “Così salvaguardiamo l’ambiente e la nostra tavola”

Bolton Food, colosso internazionale di cui fa parte Rio Mare, e il WWF hanno reso noti i risultati di una partnership che hanno stretto un anno fa a tutela della biodiversità nell’ecosistema marino. “Entro il 2024 ci riforniremo esclusivamente di tonno certificato MSC o proveniente da progetti di miglioramento della pesca”.
A cura di Redazione Scienze
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Il 52,4 per cento del tonno che finisce sulle nostre tavole proviene da fonti sostenibili. È cioè pescato in fishery certificate MSC o interessate da progetti di miglioramento della pesca, a tutela della salvaguardia degli oceani. È questo il risultato raggiunto dal WWF e Bolton Food, azienda internazionale di cui fa parte il brand Rio Mare, a un anno dalla firma della partnership che li ha visti impegnati a favore dell'ecosistema marino. Lo hanno comunicato nel corso dell’incontro "Insieme per gli Oceani", tenutosi a Milano lo scorso 20 giugno.

"Siamo orgogliosi oggi di poter annunciare questo importante traguardo – ha commentato Luciano Pirovano, Sustainable Development Director di Bolton Food –. La partnership di respiro internazionale che noi, attraverso il marchio Rio Mare, abbiamo sviluppato con WWF ha infatti come obiettivo quello di guidare l’azienda verso un approvvigionamento sostenibile e di contribuire al cambiamento positivo di tutta la filiera ittica attraverso solidi progetti di miglioramento della pesca (FIPs)". L'impegno preso in questi anni, infatti, porterà Bolton Food, e quindi anche Rio Mare, entro il 2024 a rifornirsi esclusivamente di tonno certificato MSC o proveniente da progetti di miglioramento della pesca (Fishery Improvement Projects, o FIPs), ad incrementare la trasparenza e la tracciabilità lungo la catena di fornitura. L’azienda ha preso lo stesso impegno anche per tutte le altre specie di pesce di cui si approvvigiona tra cui salmone, sgombri e sardine.

Ma c'è di più. La partnership prevede anche il supporto al progetto di conservazione di WWF che coinvolge Tetepare Island, conosciuta anche come "l’ultima isola selvaggia" dell'arcipelago delle Isole Salomone. Nello specifico, l'obiettivo è ottenere il riconoscimento legale di questo luogo e delle acque circostanti come "Area protetta" . "In questo modo – ha continuato Pirovano – vogliamo promuovere la nascita di nuove aree marine protette che possano contribuire alla salvaguardia della biodiversità e alla crescita economica delle popolazioni locali nelle aree da cui Rio Mare si rifornisce, essendo le Isole Salomone uno dei nostri luoghi di approvvigionamento".

Soddisfazione per i risultati raggiunti è stata espressa anche da Isabella Pratesi, direttore Conservazione di WWF Italia, per la quale "gli oceani devono continuare a rappresentare una risorsa imprescindibile di biodiversità e fonte di vita per le generazioni future. Per questo lavoriamo con le aziende per promuovere politiche di approvvigionamento responsabile e cerchiamo di sensibilizzare i consumatori sull’importanza di scegliere prodotti ittici in modo consapevole". Tutelare l'ecosistema marino è dunque necessario non solo per il presente.

Lo ha ben spiegato anche Sandro Carniel, Oceanografo presso l’Istituto di Scienze Marine del CNR di Venezia, autore di Oceani, il futuro scritto nell’acqua, secondo cui "il 70% della superficie del Pianeta è ricoperto di acqua, che per la quasi totalità è contenuta nei nostri oceani. Sebbene la loro importanza non sia ancora sufficientemente percepita e compresa, gli oceani svolgono alcuni servizi essenziali. Tra gli altri, producono il 50% dell’ossigeno che respiriamo e assorbono almeno il 30% delle emissioni di anidride carbonica prodotte dall’uomo, contrastando quindi l’aumento dei gas serra nella nostra atmosfera. Grazie alla loro incredibile capacità di trattenere calore, sono alla base della stabilità climatica della Terra, sono uno scrigno di biodiversità e forniscono proteine a circa 2 miliardi di persone. Abbastanza quindi per garantirci il presente e giocare un ruolo fondamentale per il futuro".

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