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Nuove luci sulla materia oscura

Resi noti i primi importanti risultati di una survey per lo studio della materia oscura che mostrano come le caratteristiche delle galassie osservate sono determinate dalla materia oscura che le circonda.
A cura di Redazione Scienze
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A sinistra un gruppo di galassie mappato da KiDS. A destra, la stessa area del cielo con, in rosa, la ricostruzione della distribuzione dell'invisibile materia oscura. (Crediti:Kilo-Degree Survey Collaboration/A. Tudorica & C. Heymans/ESO)
A sinistra un gruppo di galassie mappato da KiDS. A destra, la stessa area del cielo con, in rosa, la ricostruzione della distribuzione dell'invisibile materia oscura. (Crediti:
Kilo-Degree Survey Collaboration/A. Tudorica & C. Heymans/ESO)

Secondo gli scienziati, un buon 85% dell'Universo dovrebbe essere composto da materia oscura, di un tipo non ancora compreso dai fisici delle particelle: ora, poiché questa non fa luce, gli astronomi sono in grado di individuare la materia oscura attraverso gli effetti su stelle e galassie, in particolare grazie all'attrazione gravitazionale.

Adesso c'è un progetto che, utilizzando i potenti telescopi per survey dell'European Southern Observatory, sta mostrando con chiarezza quali relazioni intercorrono tra la materia oscura e le galassie luminose che è possibile osservare direttamente. Questo progetto è noto come  KiDS o Kilo-Degree Survey, ossia survey di mille gradi, e ricorre alle immagini prodotte dall'enorme camera OmegaCAM, del VLT Survey Telescope.

Un telescopio nato con l'obiettivo di costruire mappe del cielo notturno in luce visibile e che è complementare al telescopio infrarosso per survey VISTA. Il telescopio VST, che è collocato presso l'osservatorio del Paranal, in Cile, ha tra le sue missioni primarie quella di osservare e tracciare la materia oscura, utilizzando poi i dati raccolti per tentare di comprendere cos'è la misteriosa energia oscura che sta facendo accelerare l'espansione dell'Universo.

Per fare ciò il modo migliore è lo studio dell'effetto di lente gravitazionale, ossia della curvatura della traiettoria della luce causata dalla gravità: attraverso un'osservazione indiretta, quindi, è possibile annotare i punti in cui la gravità è più intensa e, dunque, dove si trova più materia, inclusa quella oscura.

I ricercatori di KiDS, guidati da Koen Kuijken al Leiden Observatory nei Paesi Bassi, hanno così analizzato le immagini di più di due milioni di galassie, gran parte delle quali collocate a 5,5 miliardi di anni luce di distanza, soffermandosi sulle distorsioni della luce emessa dalle galassie che curva quando "sfiora" grumi massicci di materia oscura mentre compie il suo viaggio verso la Terra.

I risultati sono relativi soltanto ad un 7% dell'area finale della survey totale e si sono concentrati sulla distribuzione della materia oscura nei gruppi di galassie: la comprensione di quanta materia oscura contengano i gruppi di galassie è infatti fondamentale per tutta la teoria di formazione delle galassie della rete cosmica. L'effetto di lente gravitazionale avrebbe fatto notare che questi gruppi risultano contenere circa 30 volte più materia oscura che visibile.

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