157 CONDIVISIONI

Nuoto con i delfini, sentenza lo vieta in Italia: ecco perché è un’ottima notizia

A un anno e mezzo dal decreto che aveva riaperto la possibilità di nuotare con i delfini detenuti in cattività, una sentenza del Tar del Lazio ha ristabilito l’assoluto divieto. Gli unici a poter entrare nelle vasche con questi animali sono gli addestratori professionisti. Ecco perché è un’ottima notizia.
A cura di Andrea Centini
157 CONDIVISIONI
Credit: hotfeal2001
Credit: hotfeal2001

Grazie a una sentenza del Tar del Lazio è stata di fatto reintrodotta la moratoria che impedisce il nuoto con i delfini in cattività, poiché giudicato troppo stressante per i mammiferi marini. Tutto ebbe inizio con un discusso decreto datato 20 dicembre 2017, col quale fu riaperta la possibilità di nuotare con i cetacei – nello specifico con i tursiopi (Tursiops truncatus) -, sebbene solo ed esclusivamente allo scopo di “educazione e sensibilizzazione del pubblico in materia di conservazione della biodiversità con i delfini”. Insomma, niente bracciate al fianco degli animali per scopi ludici. Il decreto, oggetto di asprissime polemiche fino alla sentenza dei togati del Lazio, oltre che illegittimo era stato considerato un vero e proprio regalo ai delfinari, che potevano rimpinguare le proprie casse programmando questa attività, amatissima dal pubblico pagante ma osteggiata da etologi e animalisti, con la LAV in primissima linea. Con la nuova sentenza è stato "cancellato" il decreto e ora non è più possibile nuotare con i tursiopi nelle strutture che li detengono. Gli unici a poter entrare nelle vasche sono i soli addestratori professionisti. Ecco quali sono le ragioni e i rischi per uomini e animali.

Un tursiope salta libero in natura. Credit: Andrea Centini
Un tursiope salta libero in natura. Credit: Andrea Centini

Prigioni. Per molti nuotare con i delfini rappresenta un vero e proprio sogno, ma coronarlo al fianco di animali rinchiusi e costretti ad assecondare il nostro infantile ed egoistico desiderio non solo è disumano, ma apre le porte a rischi sia per noi che per i mammiferi marini. In natura questi animali possono nuotare anche per un centinaio di chilometri al giorno, mentre in cattività sono confinati in prigioni che impediscono loro anche di sfruttare l'ecolocalizzazione, il sonar biologico che consente ai cetacei di identificare oggetti, orientarsi e andare a caccia. A causa degli spazi ristretti i delfini sono inoltre costretti a sopportarsi a vicenda – non tutti vanno d'amore e d'accordo -, obbligati ad affrontare costantemente i conflitti senza potersene allontanare. Se a questi aspetti si aggiungono il continuo addestramento e gli spettacoli – magari accompagnati da caos e musica a tutto volume – ne emerge un quadro di enorme stress, che lo “Swim with the dolphins” (nuoto con i delfini) non può far altro che acuire, aggiungendo ulteriori interazioni con gli uomini.

Tursiopi nell'Oceano Atlantico. Credit: Andrea Centini
Tursiopi nell'Oceano Atlantico. Credit: Andrea Centini

Stress. A sottolineare lo stress vissuto da questi animali durante le interazioni con gli uomini vi sono i diversi incidenti registrati in tutto il mondo durante questa attività, sia ai danni del pubblico che degli addestratori. Nel Sea World di Orlando (Florida) e nel Dolphin Cove Park di San Antonio (Texas), ad esempio, recentemente due ragazzine sono state morse dai tursiopi, mentre moltissimi addestratori – circa la metà di quelli coinvolti in un'indagine ad hoc – hanno segnalato eventi traumatici legati all'interazione con i cetacei. In molti casi i delfini hanno manifestato comportamenti aggressivi verso oggetti e infrastrutture; del resto si parla sempre di efficienti predatori (carnivori), obbligati in un ambiente circoscritto che non è quello per il quale sono “progettati”. In alcuni parchi marini è stato osservato un comportamento straziante da parte delle madri, che impediscono ai figli di raggiungere la superficie per respirare. Secondo alcuni si tratterebbe del totale rifiuto della vita in cattività. A tutto questo va aggiunto il rischio di zoonosi, ovvero le patologie infettive trasmesse dagli animali agli uomini – ma anche dagli uomini ai delfini – attraverso l'acqua (non è necessario il contatto diretto col cetaceo). Insomma, il nuoto con i delfini in cattività non solo è crudele, ma rappresenta anche un serio rischio. L'unico posto dove ammirare questi magnifici animali è nel loro ambiente naturale, dove si avvicinano all'uomo solo se lo desiderano.

157 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views