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Nobel per la medicina 2015 a William Campbell, Satoshi Ōmura e Youyou Tu

La scienza che aiuta i più deboli è quella premiata quest’anno dal comitato del premio Nobel per la Medicina e la fisiologia.
A cura di Nadia Vitali
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Urban Lendahl, segretario del comitato, annuncia i vincitori del Nobel per la medicina e la fisiologia 2015 (Photo credit: JONATHAN NACKSTRAND/AFP/Getty Images)
Urban Lendahl, segretario del comitato, annuncia i vincitori del Nobel per la medicina e la fisiologia 2015 (Photo credit: JONATHAN NACKSTRAND/AFP/Getty Images)

Le malattie causate dai parassiti hanno afflitto il genere umano da sempre e costituiscono a tutt'oggi uno dei principali problemi per la salute globale, soprattutto nei Paesi più poveri del Pianeta. Quest'anno il comitato del Premio Nobel per la medicina e la fisiologia ha deciso di premiare proprio tre scienziati che, nel corso della propria carriera, hanno sviluppato terapie che hanno rivoluzionato il trattamento di alcune tra le più devastanti parassitosi.

Motivazioni del comitato

William C. Campbell e di Satoshi Ōmura hanno scoperto un nuovo farmaco, chiamato Avermectin, i cui derivati hanno radicalmente abbassato l'incidenza della cecità fluviale e della filariasi linfatica; il farmaco si sta tutt'ora dimostrando efficace contro un crescente numero di altre malattie causate da diverse specie di parassiti. Youyou Tu, altra destinataria del premio, ha invece scoperto l'Artemisinin, medicinale che ha significativamente ridotto il tasso di mortalità dei pazienti affetti da malaria.

Si tratta di due scoperte che hanno fornito all'umanità, finalmente, due potentissimi strumenti per combattere malattie debilitanti che colpiscono centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo: le conseguenze, in termini di salute e globale e di riduzione della sofferenza individuale, hanno un valore semplicemente inestimabile.

Le devastanti malattie causate dai parassiti

La cecità fluviale e la filariasi linfatica sono entrambe causate da diversi vermi parassiti: la prima, il cui nome è oncocercosi, comporta un'infiammazione cronica della cornea che porta alla perdita progressiva della vista; la seconda colpisce più di 100 milioni di persone nel mondo e causa gonfiori cronici con sintomi clinici spesso all'origine di disabilità, tra cui l'elefantiasi (linfedema) e l'idrocele.

La malaria è una parassitosi che accompagna il genere umano praticamente da quando se ne ha memoria: come è noto, i vettori sono le zanzare e la causa sono dei parassiti unicellulari che invadono i globuli rossi causando febbre e, nei casi più gravi, danni al cervello e morte. Nel mondo ci sono  quasi tre miliardi e mezzo di individui esposti al rischio di contrarre la malaria; a causa di questa muoiono ogni anno almeno 450.000 persone, soprattutto bambini.

Il premio a Ōmura e Campbell

Dopo decadi di progressi molto limitati nel mettere a punto terapie efficaci contro le parassitosi, le scoperte dei tre premiati hanno letteralmente rivoluzionato la situazione: il microbiologo giapponese Satoshi Ōmura ha concentrato i propri studi su un gruppo di batteri, chiamati Streptomyces, che vive nel suolo ed era noto per il fatto di produrre una gran quantità di agenti dalle proprietà antibatteriche. Le sue eccezionali abilità in fatto di sviluppare metodi unici su ampia scala per la coltura e l'osservazione di questi batteri, hanno consentito di isolarne alcuni ceppi dai campioni di suolo, coltivandoli in laboratorio; da molte migliaia di differenti colture, Ōmura ha selezionato una cinquantina che sembravano più promettenti per analizzarne l'attività contro alcuni microrganismi dannosi.

Satoshi Omura ed un'illustrazione del suo lavoro (JONATHAN NACKSTRAND/AFP/Getty Images)
Satoshi Omura ed un'illustrazione del suo lavoro (JONATHAN NACKSTRAND/AFP/Getty Images)

Gli studi di Ōmura sono stati il punto di partenza per William C. Campbell, americano ed esperto di biologia dei parassiti, per esplorarne l'efficacia. In particolare, Cambell ha mostrato che un componente di una delle colture era particolarmente potente contro i parassiti di alcuni animali domestici. L'agente bioattivo è stato così purificato e chiamato Avermectin e successivamente modificato chimicamente in un composto ancora più efficace chiamato Ivermectin. Testato successivamente sugli esseri umani già colpiti da parassitosi, Ivermectin si è mostrato in grado di uccidere le larve dei parassiti.

William Campbell ed un'illustrazione del suo lavoro (JONATHAN NACKSTRAND/AFP/Getty Images)
William Campbell ed un'illustrazione del suo lavoro (JONATHAN NACKSTRAND/AFP/Getty Images)

Il premio a Youyou Tu

Tradizionalmente il trattamento medico per la malaria si basa sulla clorochina e sul chinino: purtroppo, però, l'efficacia di questi due principi attivi è andata declinando nel tempo. Il fallimento nello sradicamento totale della malaria, alla fine degli anni '60, ha portato ad una nuova rinascita della parassitosi. A quell'epoca, la scienziata cinese Youyou Tu partì dalla medicina tradizionale, e dalle conoscenze nel campo della fitologia, per cercare di trovare un nuovo modo di sfidare la malaria. Studi su ampia scala portarono a notare come un estratto dalla pianta Artemisia annua sembrasse un interessante candidato. Questo componente, in seguito battezzato Artemisinin, è risultato efficace contro il parassita della malaria, sia sugli animali sia sugli esseri umani infettati. Artemisinin rappresenta una nuova classe di agente antimalarico che uccide rapidamente i parassiti durante la loro primissima fase di sviluppo: un fatto, questo, che è all'origine di una potenza senza precedenti nel trattamento della malaria.

Youyou Tu ed un'illustrazione del suo lavoro (AFP PHOTO / JONATHAN NACKSTRAND)
Youyou Tu ed un'illustrazione del suo lavoro (AFP PHOTO / JONATHAN NACKSTRAND)

Il valore (incommensurabile) di Avermectin e Artemisinin

Oggi Avermectin, e il suo derivato Ivermectin, è disponibile ed utilizzato in tutto il mondo contro un elevatissimo numero di parassiti, con limitati effetti collaterali: i grandi benefici, in termini di benessere e salute per milioni di individui, sono evidenti soprattutto in alcune aree poverissime dove queste parassitosi risultano diffusissime. Il successo del trattamento si è rivelato talmente positivo che la cecità fluviale e la filariasi linfatica sono quasi sulla strada di essere del tutto eradicate: sarebbe una delle più grandi imprese della storia della medicina.

La malaria infetta quasi 200 milioni di persone ogni anno. Artemisinin è utilizzata nelle aree più povere del mondo e, quando utilizzata in terapia combinata, riduce la mortalità da malaria di oltre il 20% (più del 30% per i bambini): per l'Africa questo significa oltre 100.000 vite salvate ogni anno.

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