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Nello spazio c’è una nuova classe di pianeti-gioiello: sono tempestati di zaffiri e rubini

Un team di ricerca internazionale composto da astrofisici britannici e svizzeri ha determinato l’esistenza di una nuova classe di super-Terre, caratterizzata da ricchissimi depositi di zaffiri e rubini e dall’assenza di un campo magnetico “classico”. Al nuovo gruppo di pianeti-gioiello appartengono HD 219134 b, 55 Cancri e WASP-47, tutti molto vicini alla propria stella di riferimento.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Thibaut Roger
Credit: Thibaut Roger

Nel cuore dello spazio c'è una nuova, preziosissima classe di pianeti extrasolari. Sono corpi celesti simili alle comuni super-Terre, ma tempestati di zaffiri e rubini a causa della peculiare composizione, oltre che privi di un campo magnetico "tradizionale". Si tratta di veri e propri tesori orbitanti, che si aggiungono alla lista dei corpi celesti noti per ospitare enormi quantità di minerali amatissimi sulla Terra. Basti pensare a Urano e soprattutto a Nettuno, dove gli scienziati ritengono molto probabile la presenza di una vera e propria pioggia di diamanti nell'atmosfera.

L'esistenza del nuovo gruppo di pianeti extrasolari è stata determinata da scienziati dell'Istituto di Scienze Computazionali dell'Università di Zurigo (Svizzera) e dell'Istituto di Astronomia dell'Università di Cambridge (Regno Unito), che si sono avvalsi di una complessa simulazione matematica approntata su dati reali. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Caroline Dorn, docente di Astrofisica presso l'ateneo di Zurigo, non si sono limitati a fare calcoli con i supercomputer, ma hanno anche individuato tre esopianeti che molto probabilmente fanno parte della nuova classe di “pianeti-gioiello”.

A differenza delle comuni super-Terre, cioè pianeti rocciosi/metallici con dimensioni superiori a quelle della Terra, essi orbitano molto più vicini alle proprie stelle di riferimento. Ciò significa che si sono formati in una zona con caratteristiche chimico-fisiche molto differenti da quelle dell'area di origine di pianeti come il nostro, Marte o Venere, nati dall'addensamento di elementi come ferro, silicio e magnesio. Dalle simulazioni al computer è emerso che gli elementi più abbondanti risultano essere l'alluminio, il calcio, il silicio e il magnesio, mentre il ferro è quasi del tutto inesistente. Mancherebbero dunque un nucleo di ferro come quello della Terra e il relativo campo magnetico, determinando una struttura interna peculiare così come condizioni atmosferiche e raffreddamento unici. Ma che c'entrano zaffiri e rubini? La loro abbondanza è legata alla presenza dell'alluminio e dei suoi ossidi come il corindone, un minerale cristallizzato da quale derivano gli zaffiri (di colore blu-azzurro) e i rubini di colore rosso. I depositi delle gemme potrebbero essere così abbondanti da regalare persino una tonalità bluastra/rossastra agli esopianeti che li ospitano.

Come indicato, Dorn e colleghi non si sono limitati a valutare la composizione e le altre caratteristiche della nuova classe di pianeti, ma ne hanno anche identificati alcuni nello spazio. I tre candidati più papabili sono HD 219134 b nella costellazione di Cassiopea, dove un anno dura soli 3 giorni terrestri; 55 Cancri con un anno di 18 ore e WASP-47 con la stessa orbita. Si trovano rispettivamente a 21, 41 e 870 anni luce dal nostro pianeta. Si stima abbiano una densità del 20 percento inferiore alla Terra, inoltre le loro temperature superficiali sarebbero di circa 3.000° centigradi; dei veri e propri mondi infernali, dunque. Il più probabile per presentare colorazione blu/rossa è HD 219134 b, mentre 55 cancri è stato declassato in termini di "valore". Fino ad oggi si credeva infatti fosse fatto di diamanti, ma le nuove analisi suggeriscono una scarsa abbondanza di carbonio; a prevalere sarebbero proprio rubini e zaffiri. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Monthly Notices della Royal Astronomical Society.

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