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Nelle lacrime dei cuccioli di topo l’arma segreta per bloccare le infestazioni

Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Università di Tokyo ha scoperto che nelle lacrime dei topolini c’è un feromone – chiamato ESP22- che spinge le madri a rifiutare le avance sessuali dei maschi. Una parte della molecola, secreta dai cuccioli da una a tre settimane, può essere sintetizzata artificialmente e utilizzata nell’acqua come efficace arma derattizzante.
A cura di Andrea Centini
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Nelle lacrime dei cuccioli di topo c'è un feromone che riduce la libido delle femmine e che le spinge ad allontanare i maschi, ostacolando accoppiamenti e riproduzione. La sostanza, chiamata ESP22 (acronimo di exocrine gland-secreting peptide 22), potrebbe essere utilizzata per creare una rivoluzionaria arma derattizzante, efficace e decisamente meno cruenta dei metodi tradizionali. L'ha scoperta un team di ricerca internazionale guidato da studiosi del Dipartimento di Chimica Biologica Applicata presso l'Università di Tokyo, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'ERATO Touhara Chemosensory Signal Project (JST) e della Scuola di Medicina presso la prestigiosa Università di Harvard.

Gli scienziati, coordinati dai professori Kazunari Miyamichi e Kazushige Touhara, hanno indentificato gli effetti di ESP22 dopo aver condotto diversi esperimenti in laboratorio. Il feromone, una proteina, viene naturalmente secreto nelle ghiandole lacrimali dei cuccioli di topo nati da una a tre settimane, non ha odore e non si disperde nell'aria. Resta nell'ambiente condiviso da mamma e cuccioli durante la pulizia del pelo, spingendo la femmina a resistere alle avance sessuali dei maschi. La sostanza, secondo Touhara e colleghi, si è evoluta per uno scopo ben preciso, ovvero quello di far concentrare le madri sull'assistenza ai figli appena nati. Nel caso venissero alla luce ulteriori fratelli, infatti, i topolini più grandi dovrebbero competere con più esemplari per le risorse, con effetti negativi sulla loro sopravvivenza.

La sostanza una volta in contatto con i recettori olfattivi delle femmine attiva un segnale nervoso che giunge nel cervello fino all'amigdala mediale, ed è proprio in questa sede che si determina il calo della libido e il conseguente comportamento di respingimento dei maschi. Gli scienziati giapponesi hanno scoperto che l'inibizione della libido ad opera di ESP22 funziona sia sulle madri che sulle femmine vergini; ciò garantirebbe un controllo ancor più efficace delle popolazioni di roditori (non solo in ambiente urbano ma anche in laboratorio).

Il feromone è tuttavia molto complesso da sintetizzare artificialmente, per questo Touhara e colleghi vogliono individuare una porzione più piccola della molecola, da aggiungere all'acqua bevuta dai roditori. Il successo come derattizzante sarebbe legato non solo alla capacità di tenere a bada gli istinti riproduttivi delle femmine, ma anche al fatto che il feromone non andrebbe a impattare sui comportamenti sessuali di altre specie. “È improbabile che altri animali vengano colpiti perché i feromoni sono specifici per le specie. Il comportamento del rifiuto del sesso è un istinto innato, quindi è anche improbabile che i topi imparino a cambiare il loro comportamento o ignorare il feromone artificiale”, ha dichiarato l'autore principale della ricerca. I dettagli dello studio sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature Communications.

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