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Nel genoma umano ci sono meno geni del previsto: cosa cambia

Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati spagnoli ha dimostrato che oltre 4mila geni dei 22.210 ritenuti codificanti presenti nel nostro genoma in realtà non produrrebbero proteine. Si tratta di una scoperta fondamentale nella lotta a numerose malattie come il cancro e quelle cardiovascolari.
A cura di Andrea Centini
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Oltre 4mila geni del nostro genoma che si riteneva fossero codificanti per proteine in realtà sarebbero geni non codificanti o pseudogeni, cioè geni obsoleti che hanno perduto la propria funzione, probabilmente facenti parte del cosiddetto “DNA spazzatura”. In altri termini, nel nostro genom – la cui mappatura è stata completata nel 2003 – ci sarebbe circa il 20 percento in meno di geni codificanti proteine rispetto a ciò che si credeva fino ad oggi, una scoperta che può avere risvolti fondamentali nella lotta al cancro e ad altre diffuse patologie. A determinare che questi geni non avrebbero un ruolo nella codifica un team di ricerca internazionale guidato da studiosi del Centro Nazionale Spagnolo di Ricerca Sul Cancro (CNIO), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, del Wellcome Trust Sanger Institute (Regno Unito) e di altri istituti spagnoli.

Gli scienziati, coordinati dal professor Michael L Tress dell'Unità di Bioinformatica presso l'istituto di Madrid, sono giunti a questa conclusione dopo aver messo a confronto i dati di tre grandi database dedicati al proteoma, cioè all'insieme di proteine umane ‘costruite' dai geni. Dai tre cataloghi presi in esame, il GENCODE/Esembl, il RefSeq e l'UniProtKB, Tress e colleghi hanno determinato che dei 22.210 geni codificanti conosciuti soltanto 19.446 sono presenti in ciascuno di essi. Analizzando i 2.764 geni mancanti in uno o due dei database, è emerso che in realtà essi non sono codificanti o sono pseudogeni. Attraverso un'indagine più approfondita, sono stati individuati ulteriori 1.470 geni – presenti in tutti e tre i database – potenzialmente non codificanti, per un totale 4.234 geni nel mirino degli scienziati. Al momento la conferma è arrivata soltanto per 300 di essi, ma la forchetta sarà sicuramente ampliata dalle prossime indagini.

Per gli scienziati coinvolti nello studio è di vitale importanza conoscere le esatte dimensioni del proteoma, dato che esso rappresenta “un pilastro fondamentale nella maggior parte della ricerca di base e supporta quasi tutti i progetti biomedici su larga scala”, hanno dichiarato gli studiosi. “Sorprendentemente – ha sottolineato il coautore dello studio David Juan dell'Università Pompeu Fabra di Barcellona – alcuni di questi geni peculiari sono stati ben studiati e hanno più di 100 pubblicazioni scientifiche basate sul presupposto che il gene produca una proteina”. Solo col tempo sapremo quanti sono effettivamente i geni codificanti, con un impatto enorme nello studio delle malattie. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Nucleic Acids Research.

[Credit: Geralt]

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