Nei cieli di gennaio
Dopo le novembrine Leondidi e le Geminidi che annunciano il Natale nei cieli di dicembre, come ogni anno ritorna lo sciame meteorico delle Quadrantidi, le stelle cadenti di gennaio che devono il proprio singolare nome alla costellazione del Quadrante Murale ideata nel ‘700 da un astronomo francese, Joseph-Jerome de Lalande, e successivamente, abbandonata come riferimento ed eliminata del tutto dalle mappe.
Da un'area nei pressi della costellazione di Boote, il «custode» dell'Orsa Maggiore facilmente individuabile grazie alla coda del Grande Carro, dal 1° al 5 di gennaio si irradiano le Quadrantidi, uno degli sciami più ricchi ed intensi dei dodici mesi che annualmente offre una spettacolare pioggia di stelle, soprattutto tra il 3 ed il 4, giorni in cui è previsto il picco massimo, visibile all'incirca a partire da mezzanotte.
Soltanto nel marzo del 2003 l'astronomo olandese Peter Jenniskens ha identificato il corpo celeste che ritiene essere «genitore» delle meteore: si tratterebbe dell'asteroide 2003 EH1 che gli scienziati sospettano essere esso stesso la parte residua di una grande cometa chiamata C1490 Y1. Nel 1979, infatti, un astronomo giapponese, Ishiro Hasegawa, aveva osservato che le Quadrantidi seguivano un percorso che sembrava simile a quello della cometa, la cui memoria venne registrata nei documenti di studiosi orientali nel 1490, prima di ridursi in frammenti, circa un secolo più tardi.
La Luna sarà comunque presente ma, non essendo piena, non impedirà particolarmente l'osservazione di questa pioggia, che vedrà una frequenza massima di 60 meteore l'ora con, addirittura, picchi di 100: meglio ancora, però, sarà attendere che il nostro satellite naturale decida di ritirarsi, un paio d'ore dopo la mezzanotte, per poter alzare gli occhi al cielo ed esprimere qualche desiderio, sfidando il freddo invernale per seguire l'affascinante corsa delle stelle ed i propri sogni.