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Nazzareno, tartaruga di 90 kg in condizioni critiche, salvato nello stretto di Messina

L’esemplare, lungo 1,5 metri e pesante 90 chilogrammi, è stato trovato in condizioni critiche, con una seria ferita sul carapace e segni di galleggiamento causati dalla plastica ingerita. I volontari del Centro Recupero Tartarughe Marine di Brancaleone lo hanno chiamato Nazzareno, un omaggio al Comandante della Capitaneria di Porto di Messina che si batte con i suoi uomini per proteggere la fauna marina.
A cura di Andrea Centini
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Un grosso esemplare maschio di tartaruga comune (Caretta caretta) è stato salvato nello stretto di Messina, dove lunedì 11 giugno era stato avvistato da un diportista mentre nuotava con grande difficoltà. Dopo aver seguito il rettile marino per mezzora con la propria imbarcazione, per assicurarsi che avesse davvero bisogno di aiuto, l'uomo ha deciso di contattare la Guardia Costiera, che a sua volta ha allertato i volontari del Centro Recupero Tartarughe Marine di Brancaleone.

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In brevissimo tempo è scattata la missione di recupero al largo di Torre Faro, e nella tarda serata dello stesso giorno lo splendido esemplare è stato sottoposto alle prime terapie. Purtroppo la grossa tartaruga, un vero e proprio ‘gigante' dei mari lungo circa 1,5 metri e pesante ben 90 chilogrammi, è stata trovata in condizioni critiche, come dichiarato da Tania Il Grande, una delle soccorritrici. Tra le principali cause vi è sicuramente l'ingente quantità di plastica ingerita. Non sono stati ancora effettuati tutti gli esami del caso, tuttavia i volontari coordinati da Filippo Armonio, il responsabile del centro siciliano, non hanno molti dubbi. Del resto quando questi animali manifestano galleggiamento e difficoltà di immersione, è proprio a causa della plastica che divorano, scambiata per prede naturali. La morte, spesso per denutrizione, in questi casi sopraggiunge dopo una lenta e atroce agonia. È una vera fortuna che la tartaruga sia stata avvistata. Al momento del recupero presentava anche una seria ferita lacero-contusa sul carapace, che potrebbe essere stata causata dall'impatto con una imbarcazione.

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I volontari del centro di Brancaleone hanno deciso di chiamare la tartaruga Nazzareno, un omaggio al Comandante della Capitaneria di Porto di Messina Nazzareno Laganà, che si batte strenuamente con i suoi uomini per la tutela e la conservazione dello spettacolare ecosistema marino siciliano. Armonio e i suoi collaboratori sono particolarmente emozionati per l'operazione di salvataggio, anche in virtù delle dimensioni eccezionali di Nazzareno. “È un evento molto raro dalle nostre parti avvistare un esemplare maschio adulto di questa grandezza”, ha dichiarato il responsabile del centro. “Tutti sappiamo, o almeno immaginiamo, che le tartarughe marine possono raggiungere dimensioni veramente considerevoli, perché le abbiamo sempre viste nei documentari in tv o sul web nuotare con grazia ed eleganza negli oceani di tutto il mondo. Ma a vedere dal vivo, con i propri occhi, un animale così grande e preistorico si resta davvero affascinati dalla sua maestosità e possenza. Peccato che l’emozione iniziale lasci il posto, subito dopo, all’angoscia per ciò che la maggior parte di questi animali deve subire a causa delle attività umane quali la pesca e l’inquinamento”, ha aggiunto Armonio.

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La speranza è che Nazzareno possa guarire completamente dalla difficile condizione in cui è stato trovato, ritrovando la via del mare dopo tutte le cure di cui ha bisogno. Ora è nelle mani esperte del personale del centro e del professor Antonio Di Bello dell'Università di Bari, un medico veterinario specializzato proprio nel trattamento di questi rettili marini. Chiunque può andare a conoscere Nazzareno e le altre tartarughe ricoverate a Brancaleone; i volontari raconteranno ai visitatori le loro storie e ciò che si può fare per salvare questi magnifici animali.

[Credit: Tania Il Grande/Centro Recupero Tartarughe Marine di Brancaleone]

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