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Musicista amputato torna a suonare la tastiera: la mano bionica di Luke Skywalker è realtà

Grazia a sensori ultrasonici un team di ricerca americano è riuscito a costruire una protesi che permette di muovere e controllare singolarmente le dita. Il 28enne musicista Jason Barnes è tornato a suonare la tastiera grazie ad essa.
A cura di Andrea Centini
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Creata una protesi avveniristica che permette di muovere e controllare ogni singolo dito della mano. L'ha messa a punto un'equipe di ingegneri del prestigioso Georgia Institute of Technology, Stati Uniti, che con questo progetto ha avvicinato il sogno di realizzare un arto artificiale paragonabile a quello di Luke Skywalker, l'eroe di Star Wars. L'innovativa protesi, basata su sensori ultrasonici, è stata costruita per il ventottenne musicista Jason Barnes; il giovane, a causa di un incidente sul lavoro accaduto nel 2012, prese una scossa talmente forte che i medici furono costretti ad amputargli il braccio destro fin sotto al gomito. Grazie a questo arto speciale è potuto tornare ad accarezzare i tasti di una tastiera elettronica, come dimostra il video che lo vede alle prese con l'Inno alla Gioia di Beethoven, ovviamente con i limiti di una tecnologia ancora sperimentale.

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Ma come hanno fatto gli scienziati a realizzare un simile prodigio? Il team guidato dal professor Gil Weinberg del Georgia Tech College of Design sono partiti dalla protesi quotidiana di Jason, attivata da sensori elettromiografici (EGM). In parole semplici, premendo determinati pulsanti, il ragazzo può impostare diverse modalità del suo arto protesico, ciascuna con due mosse da avviare muovendo i muscoli del braccio. Ad esempio, la presa a uncino tra indice e pollice e il pugno chiuso. I sensori EGM delle comuni protesi sono troppo poco precisi e per permettere di controllare le singole dita, così Weinberg e colleghi hanno iniziato a pensare a un'idea che potesse funzionare.

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La svolta è arrivata quando hanno puntato una macchina a ultrasuoni, il dispositivo ecografico che permette di osservare i feti nell'utero materno. In parole semplici,  hanno applicato una sonda ecografica al braccio del ragazzo, e poiché essa riesce a discriminare con grande precisione l'attivazione dei muscoli, hanno elaborato algoritmi in grado di tradurre i loro movimenti in quelli delle dita della protesi.

Il risultato è “completamente strabiliante”, ha sottolineato Jason. Una protesi che permette di suonare una tastiera, naturalmente, risulta decisamente versatile nelle situazioni di tutti i giorni. La speranza dei ricercatori è che questa tecnologia possa essere affinata a tal punto da poter donare agli amputati una vera e propria mano sostitutiva, come quella del celebre cavaliere Jedi di Star Wars.

[Credit: Georgia Tech]

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