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Mostruoso buco nero emerge dalle tenebre dello spazio: ha una massa di 20 miliardi di soli

Combinando i dati del satellite GAIA dell’Agenzia Spaziale Europea e quelli del telescopio SkyMapper, gli scienziati dell’Università Nazionale Australiana hanno scoperto un gigantesco buco nero supermassiccio con una massa pari a 20 miliardi di Soli. Tecnicamente si tratta di un quasar e si trova a 12 miliardi di anni luce da noi.
A cura di Andrea Centini
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Nello spazio c'è un mostruoso buco nero con una massa pari a 20 miliardi di volte quella del nostro Sole; un vero e proprio colosso scoperto a ben 12 miliardi di anni luce dalla Terra. Ciò significa che risale agli albori dell'Universo, nella sua fase giovanile definita oscura. Il voracissimo oggetto celeste, in grado di ingurgitare una massa equivalente a quella del Sole in appena due giorni, è stato intercettato dagli scienziati dell'Università Nazionale Australiana (ANU) combinando i dati di due strumenti: quelli del telescopio GAIA dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e quelli fotometrici dello SkyMapper, un piccolo telescopio di 2,3 metri posizionato a Siding Springs.

Il gigantesco cuore di tenebra, che fa letteralmente impallidire il buco nero supermassiccio della nostra galassia (Sagittarius A* ha una massa di 4 milioni di Soli), è stato intercettato dagli strumenti vicino all'infrarosso, poiché la sua radiazione – a causa del cosiddetto red shift – in miliardi di anni è stata spostata proprio verso questa lunghezza d'onda. “Questo buco nero cresce così rapidamente da brillare migliaia di volte più di un'intera galassia grazie a tutti i gas che risucchia continuamente, che causano forte frizione e grande calore”, ha sottolineato il professor Christian Wolf, l'autore principale dello studio.

Tecnicamente si tratta di un quasar (QUASi-stellAR radio source), un nucleo galattico attivo che emette una quantità immensa di luce ultravioletta e raggi-X. Se si trovasse nella nostra galassia, la Via Lattea, lo vedremmo brillare dieci volte più della Luna piena, ha sottolineato il professor Wolf, e la sua luce renderebbe quasi impossibile distinguere le altre stelle sulla volta celeste. Probabilmente, a causa della fortissima intensità della radiazione x, la vita sulla Terra non sarebbe stata nemmeno possibile. Simili ‘mostri spaziali' sono tanto affascinanti quanto rari, e gli scienziati australiani ne stanno cercando ancora altri proprio grazie allo SkyMapper. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Publications of the Astronomical Society of Australia.

[Credit: NASA/ESA]

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