Mieloma multiplo incurabile, efficace la terapia sperimentale CAR-T: speranze per una cura

La rivoluzionaria terapia cellulare CAR-T ha dato risultati molto incoraggianti in pazienti colpiti da una forma incurabile di mieloma multiplo, un tipo di tumore che coinvolge specifiche cellule del sistema immunitario – le plasmacellule – originate nel midollo osseo. La CAR-T, acronimo di Chimeric Antigen Receptor, si basa sul prelievo delle cellule T (linfociti T) da un paziente, che vengono ingegnerizzate in laboratorio, addestrate per colpire il tumore e infine reintrodotte attraverso un processo di infusione. Nel mieloma multiplo la CAR-T è risultata efficace addestrando i linfociti T a colpire la molecola BCMA (B cell maturation antigen), ovvero l'antigene di maturazione delle cellule immunitarie di tipo B.
A dimostrare che la tecnica CAR-T può essere una potente arma per combattere il mieloma multiplo refrattario è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Levine Cancer Institute di Charlotte, del reparto di Ricerca e Sviluppo della casa farmaceutica Janssen (legata alla Johnson&Johnson), dell'Università di Chicago e di altri istituti americani. La terapia, chiamata tecnicamente JNJ-4528, è stata testata su 29 pazienti con mieloma multiplo recidivante che non avevano risposto positivamente ad altri trattamenti, come l'inibitore del proteasoma (PI), il farmaco immunomodulatore (IMiD) e l'anticorpo anti-CD38.
Nello studio di fase Ib/2 CARTITUDE-1, grazie alla CAR-T tutti i pazienti hanno mostrato una risposta terapeutica al trattamento, ovvero hanno avuto una riduzione del carico tumorale. Nell'86 percento dei casi tale risposta è risultata molto buona o migliore, mentre è risultata parziale nei restanti. A sei mesi di distanza dall'infusione delle cellule CAR-T, ben 27 su 29 pazienti sono risultati liberi dalla progressione della malattia. Un risultato decisamente promettente, tenendo in considerazione la mancata risposta a tutti gli altri trattamenti sperimentati. A rendere ancora più incoraggianti i risultati del trattamento sperimentale, il fatto che gli effetti collaterali rilevati avevano “un profilo di sicurezza gestibile”, come indicato nell'abstract dello studio. Tra quelli rilevati vi erano neutropenia, anemia e trombocitopenia, rispettivamente la carenza di neutrofili, globuli rossi e piastrine.
“Lo studio con la CAR-T cell anti BCMA della Janssen ha mostrato dei risultati davvero molto promettenti”, ha dichiarato all'ANSA Paolo Corradini, presidente SIE e direttore della struttura di ematologia Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori presso l'Università degli Studi di Milano. “Sebbene si tratti di una casistica limitata (29 pazienti della fase I) – ha aggiunto lo specialista – i risultati in termini di risposte globali e risposte complete (69%) sono davvero molto alti e fanno sperare che questo tipo di risposta possa essere duraturo cambiando il trattamento nel mieloma multiplo ricaduto. L'attività di queste cellule CAR T è stata testata in una popolazione di mielomi molto sfavorevole perché avevano già fallito tutte le opzioni terapeutiche importanti”. I dettagli della ricerca americana sono stati presentati in seno a una conferenza del Congresso Annuale dell'American Society of Hematology (ASH), attualmente in corso di svolgimento presso l'Orange County Convention Center (OCCC) di Orlando, in Florida.