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Meraviglioso palazzo di un antico e misterioso impero emerge dalle acque del fiume Tigri

La siccità che lo scorso autunno ha colpito la zona della diga di Mosul nel Kurdistan iracheno ha fatto emergere le vestigia di un maestoso palazzo dei Mitanni, un misterioso impero che ha dominato migliaia di anni fa nella Mesopotamia settentrionale. Nel palazzo sono stati trovati preziosissimi reperti archeologici.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Università di Tubinga/eScience Center/Kurdistan Archaeology Organisation
Credit: Università di Tubinga/eScience Center/Kurdistan Archaeology Organisation

I resti di un maestoso palazzo di un antico e misterioso impero – quello dei Mitanni o Mittanni – sono emersi sulle rive del fiume Tigri, nei pressi della diga di Mosul nel Kurdistan iracheno. Gli archeologi conoscevano parte del sito di Kemune sin dal 2010, tuttavia esso era costantemente sommerso dalle acque e non si potevano condurre operazioni di scavo. Solo con la grave siccità che ha colpito l'area lo scorso autunno è stato possibile eseguire i lavori, che hanno fatto emergere le vestigia del magnifico palazzo imperiale.

Impero misterioso. I Mitanni erano un importante impero della Mesopotamia settentrionale, nella quale dominarono tra il 1500 e il 1300 avanti Cristo. Sappiamo che era rispettato dai Faraoni dell'Antico Egitto e che fu sconfitto dagli ittiti nel Tardo Bronzo, ma si conosce pochissimo di aspetti del suo popolo come cultura, economia, religione e politica. La scoperta del palazzo e dei numerosi tesori in esso contenuti potrebbe fornire molte risposte alle domande degli archeologi. Dalle tavolette cuneiformi recuperate al suo interno, ad esempio, gli scienziati dell'Università di Duhok (Kurdistan iracheno) e dell'Università di Tubinga (Germania) che collaborano agli scavi hanno determinato che Kemune era probabilmente l'antica città di Zakhiku, fondata attorno al 1800 avanti Cristo. Il sito avrebbe prosperato per almeno quattro secoli.

Scavi archeologici. Il palazzo sorgeva su una sorta di terrazza sopraelevata affacciata su quella che un tempo era la sponda orientale del Tigri, a circa 20 metri dall'acqua. Al suo interno gli archeologi hanno scoperto pareti spesse un paio di metri – come quelle di una vera e propria fortezza – e mattoni fusi che venivano utilizzati per la pavimentazione. Le rovine si ergono sino a 7 metri di altezza, ma naturalmente il palazzo era molto più alto e doveva offrire uno spettacolo impressionante sulla valle del Tigri. Gli scienziati coordinati dal dottor Hasan Ahmed Qasim e dalla dottoressa Ivana Puljiz hanno trovato anche numerose tavolette di argilla incise, pitture murali di colore blu e rosso ben conservate e strutture intonacate. Il palazzo mostra chiaramente un utilizzo in due periodi differenti, dunque dovrebbe aver resistito a lungo. Sono tutti elementi che potrebbero aiutare i ricercatori a far luce sull'antico popolo dei Mitanni. “Il palazzo è una delle scoperte archeologiche più importanti della regione negli ultimi decenni e illustra il successo della cooperazione kurdo-tedesca”, ha dichiarato la dottoressa Puljiz. I dettagli sulla scoperta sono stati pubblicati sul sito dell'Università di Tubinga.

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