Mascherine mai in tasca e sui mobili: le raccomandazioni dell’Istituto Superiore di Sanità
L'uso delle mascherine nel contrasto alla pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 è stato a lungo dibattuto, determinando veri e propri dietrofront da parte di esperti, autorità sanitarie e amministrative su utilità e necessità nell'indossarle. Se nelle prime fasi dell'emergenza erano infatti considerate indispensabili soltanto per il personale sanitario o per i malati – molto probabilmente a causa della carenza di scorte – col DPCM del 26 aprile questi dispositivi sono diventati obbligatori su tutto il territorio nazionale, nello specifico nei luoghi chiusi o laddove non è possibile garantire il distanziamento sociale di almeno un metro. In alcune Regioni, come ad esempio la Lombardia, è obbligatorio indossarle anche all'aperto.
Mascherine di comunità e mascherine chirurgiche
Alla luce di questo cambio di regime, l'Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato una guida con alcuni consigli utili sull'utilizzo, la manipolazione e la pulizia (laddove possibile) delle mascherine nella vita di tutti i giorni. Sulla pagina web dell'ISS si sottolinea innanzitutto che le mascherine non possono assolutamente sostituire il distanziamento fisico, l'igiene delle mani e il non toccarsi con le mani il viso, gli occhi, la bocca e il naso, i pilastri delle misure per spezzare la catena di contagi della COVID-19, l'infezione scatenata dal coronavirus. L'ISS tiene anche a precisare la differenza tra mascherine chirurgiche, veri e propri dispositivi medici che normalmente utilizzano gli specialisti sanità (assieme ai filtratori professionali FFP2 ed FFP3), e le cosiddette “mascherine di comunità”. Queste ultime, realizzabili anche a casa propria, non sono né dispositivi medici né di dispositivi di protezione individuale, ma una “misura igienica utile a ridurre la diffusione del virus SARS-COV-2”. Devono essere multistrato, aderenti e in grado di coprire bene dal mento alla parte superiore del naso. I materiali utilizzati devono ovviamente garantire un'efficace respirazione, non essere tossici, infiammabili o in grado di determinare allergie. Il loro utilizzo è obbligatorio anche per i bambini dai 6 anni in su, che devono indossare mascherine idonee alla loro fisionomia.
Come manipolare e lavare una mascherina
Per quanto concerne la manipolazione, l'ISS raccomanda sempre di lavarsi bene le mani prima di indossarle e dopo averle tolte, avendo cura di toccare soltanto la parte degli elastici o dei legacci. Nel caso in cui si dovesse toccare la parte esterna della mascherina, è doveroso lavarsi subito le mani con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi o con una soluzione alcolica per almeno 20-30 secondi. Le mascherine non vanno mai messe in tasca o poggiate su mobili. In base a quanto indicato in un documento dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare (S.C.F.M.) di Firenze, una volta sfilate, le mascherine riutilizzabili possono essere disinfettate, e prima di procedere vanno adagiate “su una superficie precedentemente pulita/sanitizzata con acqua e sapone o soluzione idroalcolica al 75-85% o altro disinfettante idoneo, con la parte esterna verso l'alto” . Quelle monouso vanno gettate nell'indifferenziata, mentre quelle lavabili, vanno trattate a 60 gradi con un comune detersivo oppure seguendo le istruzioni del lavaggio laddove disponibili, come spiega l'ISS. Il riutilizzo è naturalmente legato anche al deterioramento del dispositivo, come sottolineato a fanpage dal virologo Fabrizio Pregliasco. Le mascherine vanno infatti sempre sostituite quando presentano danni e non possono più garantire un apposito filtro. Il lavaggio delle mani resta una misura fondamentale prima e dopo aver indossato le mascherine.