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Marte, i resti di antichissime valli fluviali svelati dall’ESA: le immagini straordinarie

La fotocamera ad alta risoluzione della sonda Mars Express dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha catturato immagini straordinarie delle tracce di grandi valli fluviali, incastonate tra i crateri degli altopiani meridionali di Marte. Erano attraversate da veloci flussi d’acqua e forse ospitavano la vita.
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A cura di Andrea Centini
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Nuove e straordinarie immagini di Marte mostrano con un incredibile dettaglio un complesso sistema di valli fluviali, che miliardi di anni fa era attraversato da velocissimi flussi d'acqua. Si tratta dell'ennesima prova che in un passato remoto il Pianeta Rosso non era il mondo freddo, arido e spoglio che conosciamo oggi dalle immagini di rover e orbiter, ma un corpo celeste vivo e pulsante, molto più caldo e umido. Ma soprattutto, era ricchissimo d'acqua allo stato liquido, che probabilmente ospitava anche organismi biologici. Non si può inoltre escludere che queste valli fossero circondate da una fitta e rigogliosa vegetazione aliena.

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Missione europea. A immortalare le reti fluviali estinte di Marte è stato il sensibilissimo occhio della sonda Mars Express dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), lanciata il 2 giugno 2003 dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan, lo stesso da cui partono le navette soyuz verso la Stazione Spaziale Internazionale. Il sistema di valli è stato individuato negli altopiani meridionali del Pianeta Rosso, incastonato tra due dei più grandi e importanti crateri di impatto marziani; l'Huygens, dal nome del noto astronomo e fisico olandese, e l'Hellas, che non ha eguali in termini di dimensioni.

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I “neuroni” di Marte. Che si tratta di valli fluviali lo dimostra chiaramente la loro caratteristica struttura dendritica, con grandi canali principali che danno vita a ramificazioni sempre più piccole, come avviene negli alberi e nelle cellule nervose. La “prova del nove” è data dall'enorme somiglianza con reti fluviali sulla Terra, ad esempio quella del fiume Yarlung Tsangpo, che dal Tibet occidentale si dirama verso il basso abbracciando Bangladesh, Cina e India.

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Origine incerta. In base alle misurazioni condotte dagli astronomi, queste valli fluviali raggiungevano i due chilometri di lunghezza e una profondità di circa 200 metri. Non è chiaro se originassero da ghiacciai sciolti, acqua sotterranea, abbondanti piogge o un insieme di questi fenomeni, ma il Pianeta Rosso era indubbiamente molto diverso da come lo conosciamo oggi. Per scoprirne i segreti l'ESA e l'agenzia spaziale russa (ROSCOMOS) stanno progettando la missione ExoMars; nel 2020 lanceranno il rover “Rosalind Franklin” che scaverà in luoghi strategici alla ricerca di prove dell'esistenza della vita passata. Essa, tuttavia, potrebbe essere ancora presente nei grandi laghi sommersi nel cuore di Marte, come quello scoperto da scienziati italiani lo scorso anno.

[Credit: ESA/DLR / FU Berlin, CC BY-SA 3.0 IGO ]

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