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Mamma delfino adotta un piccolo cetaceo orfano di un’altra specie: scienziati emozionati

Una giovane mamma tursiope chiamata Thais ha adottato un piccolo peponocefalo, un cetaceo odontocete appartenente alla famiglia dei delfinidi che vive in acque tropicali. È la prima volta che gli scienziati documentano un simile comportamento tra i delfini, e la seconda in assoluto tra i mammiferi selvatici.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Pamela Carzon
Credit: Pamela Carzon

Una giovane mamma di tursiope (Tursiops truncatus) – il delfino “tipo” – chiamata Thais ha adottato un piccolo cetaceo di un'altra specie rimasto orfano. Nello specifico ha iniziato a prendersi cura di un peponocefalo (Peponocephala electra), un cetaceo odontocete – con denti – appartenente alla famiglia dei delfinidi che vive nelle acque tropicali del pianeta. È una specie poco conosciuta e studiata poiché predilige acque profonde; la maggior parte delle informazioni deriva infatti da animali spiaggiati. È la prima volta che gli scienziati osservano un comportamento del genere nei delfini, ed è il secondo in assoluto nei mammiferi selvatici. Il primo caso, risalente al 2006, è relativo a due madri di scimmia cappuccina che hanno adottato una piccola marmosetta.

Credit: Carzon et al., Ethology, 2019
Credit: Carzon et al., Ethology, 2019

La ricerca. L'inconsueta storia di amore materno si è verificata in Polinesia, nelle acque attorno all'atollo di Rangiroa. Nel 2014 una squadra di biologi marini del Groupe d'Étude des Mammifères Marins (G.E.M.M.) di Tiputa, Polinesia Francese, stava studiando nell'area un branco di una trentina di tursiopi, quando a un certo punto si sono accorti di una giovane femmina che oltre al proprio figlio naturale (una femmina chiamata Hianau) aveva con sé un delfinide di una specie diversa, con un rostro molto più corto e una testa globosa simile a quella di un globicefalo o di un grampo. Tutto lasciava pensare che si trattasse di un piccolo peponocefalo rimasto orfano, come confermato dalle successive indagini morfologiche.

Amore di mamma. Gli scienziati, coordinati dalla biologa marina Pamela Carzon, non avevano idea di come il piccolo peponocefalo fosse finito sotto le amorevoli cure della mamma tursiope, tuttavia hanno osservato comportamenti straordinari che hanno mostrato la perfetta integrazione dell'"intruso" nella sua nuova comunità, rendendo la ricerca unica e molto emozionante. Non solo veniva allattato da Tahis come il figlio biologico, ma nuotava, compiva salti e socializzava con gli altri esemplari esattamente come un vero tursiope; stava in pratica facendo sua la “cultura” di un gruppo di animali differenti. Inizialmente Carzon e colleghi hanno immaginato potesse trattarsi di un ibrido tra le due specie coinvolte, ma le analisi hanno confermato che si trattava di un vero e proprio peponocefalo.

Credit: Carzon et al., Ethology, 2019
Credit: Carzon et al., Ethology, 2019

Piccoli scomparsi. Quando le madri di delfino inesperte perdono i propri piccoli o non riescono a crescerli possono “rapire” quelli di altre femmine, ma si tratta di un comportamento di breve durata. Il peponocefalo è stato invece visto in compagnia della madre adottiva per diversi anni, dunque i biologi non ritengono che si tratti di un esemplare rapito, anche perché questo comportamento si verifica quando le femmine non hanno figli, mentre la tursiope aveva il proprio. Probabilmente, come spiegano gli esperti, Thais lo ha incontrato quando era più ricettiva verso i piccoli, cioè quando ha dato alla luce il proprio figlio, e ciò l'avrebbe spinta ad accudire anche l'orfano di un'altra specie. I tursiopi allevano un piccolo alla volta per sei anni circa, e gestirne due per una madre non deve essere affatto semplice; tra il 2015 e il 2016 purtroppo il figlio biologico non è stato più osservato, e gli scienziati non sanno se ciò è dovuto alle scarse cure materne (oberata dal doppio impegno) oppure per un eventuale decesso. Recentemente anche il piccolo peponocefalo non viene più osservato al fianco di Thais, ma nel caso in cui fosse ancora vivo secondo Carzon e colleghi condurrà una vita più simile a quella di un tursiope che a quella della sua criptica specie. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Ecology.

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