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Maltempo in Italia, trombe d’aria e grandinate devastanti: esperta spiega cosa succede

Feriti, alberi abbattuti, auto danneggiate, stabilimenti balneari distrutti. Sono solo alcuni degli eventi scatenati dai devastanti nubifragi che stanno colpendo diverse regioni italiane, talvolta accompagnati da trombe d’aria e grandinate con chicchi grandi come arance. Abbiamo chiesto cosa sta succedendo alla dottoressa Marina Baldi, esperta di climatologia dell’Istituto per la Bioeconomia (CNR-IBE).
A cura di Andrea Centini
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Dopo un prolungato periodo di temperature torride e umidità elevatissima, su diverse regioni italiane si stanno manifestando improvvisi e intensi fenomeni atmosferici, come devastanti trombe d'aria e grandinate con chicchi grossi come arance. Diversi feriti e ingenti danni sono stati registrati al Nord e nel Centro Italia, in particolar modo sulla costa Adriatica. A Numana, in provincia di Ancona, un nubifragio ha completamente stravolto spiagge e stabilimenti balneari, come dimostrano le immagini condivise dai bagnanti. A Pescara diverse persone si sono recate al Pronto Soccorso a causa di una violentissima grandinata: moltissime le auto danneggiate, con parabrezza distrutti e carrozzerie sfondate da chicchi enormi. A Milano Marittima, Cervia e altre località del Nord Italia le trombe d'aria hanno provocato il crollo di numerosi alberi. Per comprendere cosa sta accadendo sul nostro Paese abbiamo contattato la dottoressa Marina Baldi, esperta di climatologia dell'Istituto per la Bioeconomia (CNR-IBE) di Roma. Ecco cosa ci ha raccontato.

Credit: Sergio Succi/Facebook
Credit: Sergio Succi/Facebook

Sergio Succi/Facebook

Scontro fra masse d'aria

La dottoressa Baldi ci ha indicato che alla base degli intensi fenomeni meteorologici che si stanno verificando sull'Italia vi è lo scontro fra una massa d'aria più fresca, instabile e perturbata (originata da un'area depressionaria sull'Oceano Atlantico) e quella anticiclonica di origine africana che è alla base delle temperature elevatissime e dell'umidità che abbiamo sperimentato negli scorsi giorni. Questo violento scontro tra masse d'aria così diverse ha dato origine a fenomeni di origine convettiva come nubifragi e soprattutto devastanti grandinate, dal Nord al Centro Italia, in particolar modo sulla Pianura Padana e lungo la costa adriatica. I fenomeni risultano così intensi poiché abbiamo avuto temperature molto elevate, e ciò significata molta energia in atmosfera, che viene sprigionata attraverso perturbazioni violente. A catalizzarne l'intensità anche l'elevatissima umidità, che genera terreno fertile per questi fenomeni meteorologici. Fortunatamente, come indicato dalla studiosa, nei prossimi giorni l'allerta dovrebbe rientrare del tutto.

Le trombe d'aria

Per quanto concerne le trombe d'aria o tornado, la dottoressa Baldi ci ha riferito che tra giugno e settembre è il periodo in cui nel nostro Paese se ne formano di più, sia marine che sulla terraferma. A causa delle estati sempre più calde, caratterizzate da prolungate ondate di calore come quella che abbiamo appena vissuto, la frequenza e l'intensità di questi fenomeni è sempre maggiore. È per questo che le trombe d'aria stanno diventando mediamente più pericolose e devastanti,  più di 20/30 anni fa.

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Fenomeni meteorologici legati al cambiamento climatico

La specialista ci ha spiegato che tutte queste perturbazioni, ovvero le grandinate, le trombe d'aria e le ondate di calore, prese singolarmente sono fenomeni meteorologici, tuttavia sono tutte legate ai cambiamenti climatici sotto il profilo della durata, della frequenza e dell'intensità. Del resto la violenza delle perturbazioni catalizzata dal riscaldamento globale rappresenta una delle preoccupazioni principali per gli scienziati che si occupano di clima. Per quanto concerne le grandinate, la dottoressa Baldi ha sottolineato che non ci sono molti studi sull'argomento, dato che il fenomeno non viene osservato regolarmente dalle stazione meteorologiche, e ciò avviene soprattutto nelle aree in cui possono creare più danni all'agricoltura, come in Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Pianura Padana e così via. Uno studio venne fatto alcuni anni fa, ma è difficile stabilire un incremento o meno dell'intensità dei fenomeni senza una banca dati sufficientemente ampia.

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