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Malori in spiaggia: cos’è il colpo di calore, come si previene e cura. Le risposte dell’esperto

Durante l’estate, con le alte temperature e un tasso di umidità elevato, è più probabile che si verifichino i “colpi di calore”, aumenti considerevoli della temperatura corporea che determinano malessere fino allo svenimento e potenziali danni neurologici, se non si dovesse intervenire per tempo. Abbiamo intervistato il professor Antonino Reale dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma per saperne di più su questi malori. Ecco cosa ci ha raccontato.
Intervista a Prof. Antonino Reale
Responsabile di Pediatria dell'emergenza presso l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma
A cura di Andrea Centini
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Quando la temperatura corporea aumenta sensibilmente si può andare incontro a un “colpo di calore”, una condizione potenzialmente pericolosa se non si dovesse intervenire in tempo per far tornare i parametri nella norma. Il periodo dell'anno in cui si verifica con maggiore frequenza è naturalmente l'estate, in particolar modo in quegli ambienti dove al caldo si aggiunge anche una significativa umidità. Per conoscere meglio il colpo di calore, sapere come si previene e tratta abbiamo contatto il professor Antonino Reale, responsabile di Pediatria dell'emergenza presso l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Ecco cosa ci ha detto.

Professor Reale, ci racconti innanzitutto cos'è il colpo di calore

Per colpo di calore si intende un malessere generale dovuto a un aumento improvviso della temperatura corporea, che si realizza non solo per la temperatura elevata esterna – questi giorni ne abbiamo la prova con 33-34° C (a Roma NDR) e quindi si avvicina molto al nostro stato di temperatura normale che è di 36-36,5° C – ma anche per una minor dispersione legata all'umidità. Quindi anche una cattiva areazione con un tasso di umidità elevato, insieme alla temperatura elevata, causano questa sensazione di malessere che può poi comportare nausea, vomito, sincopi o pre-sincopi, vale a dire una cattiva regolazione pressoria, per cui il paziente, bambino o adulto che sia, si sente quasi come mancare. Qualche volta si presentano addirittura dei crampi per disidratazione. La cefalea è un altro dei sintomi che può comparire in caso di colpo di calore. Quando il colpo di calore si realizza proprio al sole si può utilizzare anche il termine “colpo di sole”. Con l'esposizione diretta al sole in spiaggia, in barca, dove magari c'è più ventilazione, magari ci si accorge meno di stare 4-5-6 ore in acqua piuttosto che sul pattino, dove comunque le variazioni delle temperature hanno il loro effetto. Nei casi più gravi di colpo di sole, si possono avere degli eritemi fino a vere e proprie ustioni di primo e qualche volta di secondo grado con le vescicole. Il colpo di calore è abbastanza frequente in estate quando si superano i 30° C e c'è un alto tasso di umidità. Noi vediamo diversi casi nella nostra sede di Roma, ma ancora di più in quella di Palidoro; essendo zona di spiagge e di mare qualche bambino può cedere per questi disturbi.

Ci sono sintomi "premonitori" per il colpo di calore?

I primi sono proprio quelli che ho citato, vale a dire la cefalea e quella che noi chiamiamo pre-sincope, che non è uno svenimento, ma una sensazione di malessere, di accasciamento. Si sente il bisogno di sedersi, di stare in un posto fresco, altrimenti si può arrivare alla vera sincope, ovvero cadere per terra e svenire. Quindi questo senso di giramento di testa, di fastidio, sono i sintomi prodromici che possono portare a sintomi più importanti come lo svenimento.

Come si tratta un colpo di calore?

È chiaro che quando si inizia a percepire questo malessere bisogna ricorrere ai ripari facendo le cose giuste. Dunque mettersi in un ambiente areato, fresco, magari anche con ventilatori o con aria condizionata, messa sempre non fredda, perché lo sbalzo freddo-caldo è una delle cause di malessere. L'aria condizionata non va “sparata a palla”, ma deve essere sempre sui 25° C, ragionevolmente. Quindi come ci si sente non bene allegerirsi subito con i vestiti, mettersi in un ambiente ventilato, fresco, all'ombra. Eventualmente alzare le gambe per ripristinare un po' il circolo, perché c'è una caduta pressoria, quando si sta in piedi con pochi liquidi, pressione più bassa, c'è una minore ossigenazione cerebrale. Mettendosi distesi e alzando le gambe si aiuta un ripristino del circolo. Somministrare sorsetti di sali minerali o in mancanza di quelli anche d'acqua, purché non sia ghiacciata. Solo nei casi più importanti serve naturalmente una valutazione medica o addirittura allertare i soccorsi rapidi. Ma stiamo comunque parlando di quei rari casi di sintomatologia neurologica per un'esposizione molto seria ai raggi solari, ad esempio su una barca che si allontana per ore e ha difficoltà a rientrare. Dopo 10 ore si possono avere sintomi neurologici importanti fino al coma. Il ventilatore non deve stare a un metro di distanza e l'aria condizionata non addosso, a una temperatura adeguata. È molto importante anche l'uso del deumidificatore per togliere la sensazione di malessere, creata più dall'umidità che dalla temperatura elevata.

Quali sono le complicanze peggiori che può determinare il colpo di calore?

Nei casi più gravi si arriva a disturbi di tipo neurologico. Fortunatamente sono veramente rari e legati a incoscienza dei genitori nei casi dei bambini. Se si lascia un bambino al sole o si porta in barca per 7-8 ore al giorno senza riparo si può arrivare fino a disturbi neurologici importanti, con danni neurologici. Ma normalmente non li vediamo. I casi più gravi magari sono quelli che leggiamo sui giornali, del bambino lasciato in macchina con una temperatura che arriva a 50° C, che si disidrata, ma sono veramente molto rari. Normalmente non si arriva a questo. Un aspetto interessante del colpo di calore è la facilità con cui vanno incontro a disidratazione. Con l'aumento della temperatura perdono anche liquidi, e quindi per maggiore sudorazione ed evaporazione. Questo vuol dire perdere i famosi sali minerali, il sodio, il potassio, il cloro, i sali nobili che servono a mantenere gli equilibri molto delicati dell'organismo. Aggiungiamo che si mangiano la pizzetta col prosciutto e non la frutta – difficile che bambini e i ragazzi mangino frutta che contiene molti liquidi e anche sali – e dunque viene favorita la disidratazione.

Come si previene un colpo di calore?

La prevenzione è la cosa più importante che noi pediatri non ci stanchiamo mai di comunicare ai genitori, ma le cose non vengono fatte perché basta andare in qualsiasi spiaggia per accorgersene. Tutti le conoscono, i genitori sanno perfettamente quali sono gli orari da rispettare in spiaggia con i bambini più piccoli. I bambini più sono piccolini e più hanno difficoltà a termoregolare, è un fattore di rischio molto legato all'età. Rispetto all'adolescente, che è paragonabile a un adulto, il bambino di 6 mesi – 1 anno, termoregola molto male. Tanto che i bambini piccolissimi vengono messi in culla termostatica proprio perché hanno difficoltà a mantenere la temperatura, per il rischio di ipertermia ma anche ipotermia. In un ambiente caldo un bambino di 2-3-5 mesi soffre di più il calore. Il genitore quando va in spiaggia magari dice “ma lo mettiamo all'ombra”. Non basta. Se c'è una giornata con 38°C non basta assolutamente. Quindi un bambino piccolo deve andare al mare, uscire a fare una passeggiata in città o ai giardinetti negli orari corretti, che sono la mattina fino alle 11 e il pomeriggio dopo le 17, ma anche le 18, perché c'è l'ora legale e le 17 sono le 16 solari, quindi è ancora caldissimo. Vanno evitate le ore centrali più calde. Lo diciamo sempre, ma con scarso successo. I primi anni sono i più faticosi per i genitori, ma i bambini devono fare una vita da bambini, e non stare in spiaggia dalle 10 del mattino alle 7 di sera. Per tutti può essere utile bere di più, seguire una dieta più ricca di frutta e verdura. Certo la verdura non in spiaggia ma magari la sera. Si possono anche somministrare in alcuni casi i prodotti ricchi di sali minerali che sicuramente aiutano a mantenere un maggiore equilibrio elettrolitico nell'organismo, dato che hanno un giusto rapporto fra i sali.

Quali sono le altre fasce più esposte al colpo di calore?

Oltre ai piccoli ci sono gli adolescenti. Tutto sommato i bambini di fascia intermedia sono più gestibili, ma l'adolescente diventa “terra di nessuno”. Il ragazzo di 12, 13 15 anni non ti sente, è un'età un po' difficile. Magari gioca dentro l'acqua, nuota, fa surf e non ascolta. Se poi si aggiunge che qualche volta l'adolescente non si controlla bene su altri aspetti, come può essere bere una birra fredda – a 16 anni lo fanno ovviamente -, si fuma una sigaretta o si allontana per mare, è chiaro che può aumentare il rischio. Le categorie fragili sono sempre i bambini e gli anziani. Chiaro che lo sportivo trentenne che fa abitualmente 5 ore di tennis ha meno rischio perché è abituato, si sa regolare, perché assume i sali minerali come fanno molti sportivi. L'anziano abitualmente beve poco, il suo patrimonio idrico è inferiore per cui più facilmente si disidrata. Se poi aggiungiamo che sfortunatamente a una certa età si convive con qualche acciacco, per non parlare di cardiopatie o altre patologie importanti, a maggior ragione gli anziani devono evitare assolutamente gli ambienti caldi. Per gli anziani forse c'è più sensibilità, li vedi più fragili, mentre un bambino di 5-8 anni si pensa che per definizione che sia “sano”. Il bambino che noi chiamiamo fragile, che può essere il bambino diabetico, iperteso, cardiopatico, con la fibrosi cistica e così via, con patologie croniche, deve avere un'attenzione molto, molto maggiore. Ci sono patologie che tendono a disidratare, e altre come cardiopatie, la fibrosi cistica, che possono portare a complicazioni molto più rapidamente e anche importanti. Vanno iperprotetti. Per quanto riguarda la spiaggia, questo è un discorso generale, bisogna vigilare molto sui piccoli fino a quando non acquisiscono vera sicurezza in mare – non basta un anno di nuoto, è sufficiente una piccola onda o un'immersione e ci giochiamo tutto -, e poi ci sono le imprudenze degli adolescenti, che possono fare i tuffi dove ci sono le rocce, dove c'è una pietra sommersa e fanno la capriola. I figli andrebbero sempre vigilati.

Quali sono le statistiche sui colpi di calore?

Qui al Bambino Gesù di Roma vediamo pochi casi l'anno, è più facile in ambienti marini, ma alcuni dei casi sincopali che capitano sono legati ai colpi di calore. In caso di questi crolli pressori e sincopi è sempre importante fare un elettrocardiogramma, per escludere patologie cardiologiche che possono dare questi svenimenti. Una volta che siamo tranquilli sulla parte cardiologica, sulla parte pressoria, allora poi possiamo valutare altre cause.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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