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Mal di testa, con un’iniezione mensile si possono prevenire gli attacchi di emicrania

Entro la fine dell’anno sarà disponibile in Italia il fremanezumab, un anticorpo monoclonale umanizzato che permette di prevenire gli attacchi di emicrania con una singola iniezione mensile o trimestrale. Già approvato dall’FDA e dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), e al momento sotto indagine dell’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco. La terapia è efficace, sicura e ben tollerata.
A cura di Andrea Centini
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Presto in Italia sarà disponibile in commercio una nuova famiglia di farmaci in grado di contrastare l'emicrania con una singola iniezione, mensile o trimestrale. Si tratta di anticorpi monoclonali progettati per contrastare la forma di mal di testa più diffusa (ne soffre al mondo oltre un miliardo di persone) nei pazienti che sperimentano quattro o più attacchi in un mese. Questa patologia, tra le più debilitanti e con un costo socioeconomico considerevole, è anche a rischio cronicizzazione e può portare il paziente ad abusare di farmaci antidolorifici per provare a contrastarla; tutto potrebbe cambiare grazie a questi nuovi e rivoluzionari medicinali, dei quali uno dei più promettenti e innovativi è il fremanezumab.

Approvato nel 2018 dalla Food And Drug Administration (FDA) americana – l'ente che si occupa di regolamentare farmaci, prodotti alimentari e terapie sperimentali – e già in commercio nelle farmacie statunitensi, il fremanezumab a luglio dello scorso anno è stato approvato anche dall'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA); ora l'iter di approvazione è nelle mani dell'AIFA, l'Agenzia Italiana del Farmaco, l'ultimo passo burocratico al termine del quale sarà finalmente reso disponibile anche nel Bel Paese. Il segreto di questo anticorpo monoclonale risiede non solo nella grande efficacia, come testimoniato dai risultati degli studi clinici alla stregua di HALO EM e HALO CM, ma anche nella sicurezza e nella tollerabilità, a differenza di altri farmaci progettati per la terapia di profilassi dell'emicrania, come ad esempio i beta-bloccanti.

La terapia a base di fremanezumab è risultata efficace nei pazienti che non hanno ricevuto benefici dai trattamenti di profilassi già esistenti (da due a quattro differenti), una condizione drammatica che fino ad oggi li esponeva al rischio di abusare di farmaci antidolorifici per il trattamento dell'evento acuto, proprio per la mancanza di una soluzione al problema. Del resto il mal di testa può essere estremamente doloroso e invalidante (70 percento degli attacchi), e ha un impatto notevole in termini di perdita di giorni lavorativi e produttività, considerando che riguarda circa il 12 percento della popolazione mondiale.

Ma come agisce esattamente il fremanezumab? Si tratta fondamentalmente di un anticorpo monoclonale umanizzato che inibisce il peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP); in parole semplici, a differenza di molti farmaci contro il mal di testa, è pensato per contrastare la malattia che lo scatena, e non nell'alleviare il fenomeno acuto. Si basa su iniezioni mensili e/o trimestrali e previene efficacemente sia le crisi di emicrania episodica che cronica. Il costo elevato del farmaco (369 dollari al mese negli USA) in Italia sarà a carico del Sistema Sanitario Nazionale, dunque il paziente non dovrà pagare nulla. Se supererà anche l'iter di approvazione presso l'AIFA, come molto probabile, sarà disponibile in Italia entro la fine dell'anno.

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