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L’uso di sigarette elettroniche è più probabile tra chi ha disabilità cognitive

Lo evidenziano i risultati di uno studio condotto negli Stati Uniti sull’uso delle sigarette elettroniche in oltre 560mila adulti in età lavorativa. La frequenza di utilizzo da parte di persone con disabilità è quasi il doppio di quella degli adulti senza disabilità.
A cura di Valeria Aiello
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La rapida diffusione delle sigarette elettroniche ha portato ad aspri dibattiti tra chi le considera un’alternativa più sicura ai prodotti del tabacco e chi ritiene che il loro utilizzo non sia comunque esente da rischi. Più ricerche hanno indicato che possono essere dannose per la salute, lanciando un preciso allarme riguardo al rischio che rappresentano per coloro che non sono mai stati fumatori di sigarette. Un nuovo studio, condotto dai ricercatori della George Mason University, in Virginia, ha messo in luce che la sigaretta elettronica attira alcuni consumatori più di altri e che, tra gli adulti in età lavorativa (18-64 anni), il suo utilizzo è molto più probabile tra le persone con disabilità cognitive. In particolare, l’analisi ha evidenziato che su 560mila adulti di età compresa tra i 18 e 64 anni, l’uso delle sigarette è più diffuso tra gli adulti con deficit delle funzioni intellettive, indicando nel complesso che la frequenza di utilizzo da parte di persone con disabilità (8,4%) è quasi il doppio di quella degli adulti senza disabilità (4,8%).

I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Disability and Health Journal, evidenziano nel dettaglio che l’uso di sigarette elettroniche è più diffuso tra gli adulti con disabilità cognitive (12%) e con due o più disabilità (9,2%) e che i fumatori avevano maggiori probabilità di utilizzare sigarette elettroniche rispetto agli adulti con disabilità che non avevano mai fumato. “Sappiamo da studi precedenti che gli adulti con disabilità cognitive hanno tassi più elevati di condizioni di salute mentale come depressione grave e ansia, e pensiamo che questo possa essere un motivo del maggiore uso di sigarette elettroniche in questa popolazione – ha affermato Gilbert Gimm, professore associato della George Mason University e autore corrispondente dello studio – .  Inoltre, i fumatori con disabilità hanno meno probabilità di ricevere consigli dal proprio medico per smettere di fumare. Sono quindi un sottogruppo ad alto rischio per l’uso di sigarette elettroniche e dunque a maggior rischio di esiti negativi per la salute”.

Indipendentemente dallo stato di disabilità, i ricercatori hanno inoltre osservato che gli uomini avevano maggiori probabilità di usare sigarette elettroniche rispetto alle donne, e i giovani adulti (18-24 anni) avevano una probabilità fino a sei volte più alta rispetto agli adulti di mezza età (45-54 anni). Anche gli adulti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) o depressione avevano maggiori probabilità di usare sigarette elettroniche. “Studi futuri – concludono gli studiosi – dovrebbero monitorare la crescente prevalenza e fattori di rischio per l’uso di sigarette elettroniche, nonché esaminare le associazioni longitudinali tra l’uso di sigarette elettroniche, il doppio uso con il fumo di sigaretta e gli esiti di salute tra gli adulti con e senza disabilità”.

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