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L’uomo ha provocato l’estinzione di quasi 500 specie di uccelli

Da quando l’essere umano ha iniziato a migrare e diffondersi su tutta la Terra ha provocato l’estinzione di quasi 500 specie di uccelli. Quelle maggiormente colpite vivevano sulle isole, erano di grandi dimensioni e non erano in grado di volare. Circa i due terzi delle specie incapaci di spiccare il volo sono scomparse a causa nostra.
A cura di Andrea Centini
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Una ghiandaia marina. Credit: Andrea Centini
Una ghiandaia marina. Credit: Andrea Centini

Negli ultimi 50mila anni, quando l'essere umano ha cominciato a migrare e a diffondersi in tutto il globo, si è verificata l'estinzione di innumerevoli specie animali. Tra le più colpite in assoluto dall'invasione umana vi sono soprattutto gli uccelli; secondo un nuovo studio, infatti, sono state ben 469 quelle scomparse dopo il nostro arrivo. Secondo gli scienziati, tuttavia, i responsabili non sono stati solo ed esclusivamente gli esseri umani; un contributo significativo è stato infatti dato anche dagli animali al seguito, come gatti, scimmie, topi e maiali, che hanno fatto incetta di uova ed esemplari giovani, spazzando via intere generazioni e condannando intere comunità alla scomparsa.

A determinare il catastrofico impatto della migrazione umana sugli uccelli è stato un team di ricerca israeliano composto da scienziati della Scuola di Zoologia e Museo di Storia Naturale “Steinhardt” dell'Università di Tel Aviv e del Dipartimento di Scienze vegetali e ambientali dell'Istituto Weizmann delle Scienza di Rehovot. Per condurre la propria indagine, i professori Amir Fromm e Shai Meiri hanno raccolto dati su estinzione, posizione geografica, massa, capacità di volo e altre caratteristiche degli uccelli, incrociandole con i modelli di migrazione dei nostri antenati. Incrociando tutti i dati è emerso chiaramente che l'arrivo dell'uomo collimava con la scomparsa di molte specie aviarie. Si stima che ne siano state spazzate fino al 20 percento, ma l'impatto potrebbe essere stato ancor più catastrofico, tenendo presente che molti reperti fossili non sono ancora ben studiati.

La ricostruzione di un dodo, uno degli uccelli estinti dall'uomo. Credit: bergslay
La ricostruzione di un dodo, uno degli uccelli estinti dall'uomo. Credit: bergslay

Dall'analisti statistica è stato determinato che gli uccelli con maggiori probabilità di estinguersi avevano specifiche caratteristiche. I più a rischio erano quelli che vivevano sulle isole, incapaci di volare e di grandi dimensioni. Del resto se vivi su un'isola e non puoi volare diventi un bersaglio facile sia per i cacciatori umani che per gli altri predatori, a maggior ragione se non hai mai avuto contatti con essi e dunque non hai strumenti evolutivi per difenderti. Gli animali più grandi, come i giganteschi moa della Nuova Zelanda (11 specie spazzate via in 300 anni), venivano cacciati per primi perché naturalmente garantivano più cibo e risorse. Secondo i calcoli dei ricercatori israeliani, la massa delle specie estinte era circa 7 volte maggiore di quella delle specie attuali. Le specie fatte sparire dall'uomo che non erano in grado di volare sono state ben 116; se si considera che oggi ci sono soltanto 54 specie con tale caratteristica, l'essere umano ha determinato la scomparsa di ben due terzi di questi animali specializzati.

“Abbiamo condotto una revisione completa della letteratura scientifica e per la prima volta abbiamo raccolto dati quantitativi sui numeri e sui tratti delle specie di uccelli estinte in tutto il mondo. Quelle che si sono estinte negli ultimi 300 anni circa sono relativamente ben note, mentre le specie precedenti sono note alla scienza dai resti trovati in siti archeologici e paleontologici di tutto il mondo. Complessivamente siamo stati in grado di elencare 469 specie di uccelli estinte negli ultimi 50.000 anni, ma crediamo che il numero reale sia molto più alto”, ha dichiarato il professor Meiri in un comunicato stampa. Gli scienziati sottolineano che i risultati di questo studio potranno essere utili per rispondere meglio alle minacce cui sono esposte le specie viventi, sebbene attualmente i pericoli principali sono rappresentati dalla distruzione degli habitat e dai cambiamenti climatici. I dettagli della ricerca “Big, flightless, insular and dead: Characterising the extinct birds of the Quaternary” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Biogeography.

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