L’OMS dice no ai guanti: è ancora fondamentale lavarsi le mani
Da quando la pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 si è diffusa nel mondo, le indicazioni sull'uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI) sono cambiate più volte, in alcuni casi con veri e propri dietrofront. Basti pensare a ciò che è accaduto con le mascherine; inizialmente considerate utili solo per operatori sanitari, malati di COVID-19 (l'infezione scatenata dal patogeno) e assistenti, oggi sono invece obbligatorie per tutti quanti, quando si accede nei locali chiusi, anche se l'Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) sta iniziando raccomandarle anche all'aperto. Per i guanti monouso si può invece fare un discorso opposto: benché ne sia stata introdotta l'obbligatorietà in alcuni contesti, come ad esempio in farmacia e nei supermercati, adesso è proprio l'OMS a sconsigliarne l'utilizzo per le persone comuni.
Sulla pagina ufficiale dedicata a domande e risposte sulla pandemia di coronavirus, l'OMS non non raccomanda l'uso dei guanti poiché può far “aumentare il rischio di infezione, può portare all'auto-contaminazione o alla trasmissione ad altri quando si toccano le superfici contaminate e quindi il viso”. Alla luce di questo rischio, nei luoghi pubblici come i supermercati, oltre al rispetto dell'imprescindibile distanziamento sociale – di almeno un metro, per prevenire il contatto con le goccioline (droplet) espulse quando parliamo, tossiamo e starnutiamo – l'OMS raccomanda l'installazione di prodotti per l'igiene delle mani, sia all'entrata che all'uscita. “Migliorando sensibilmente le pratiche di igiene delle mani, i Paesi possono aiutare a prevenire la diffusione del virus COVID-19”, si legge nel comunicato. Insomma, no ai guanti, sì all'igiene delle mani.
Ma come va fatto un corretto lavaggio delle mani? Alcune indicazioni utili sono indicate anche sulle pagine del Ministero della Salute e in un documento PDF ad hoc. Innanzitutto, il lavaggio delle mani può essere eseguito con due metodi diversi: con acqua e sapone oppure con una soluzione idroalcolica (contenente acqua e alcol). Nel primo caso, il lavaggio deve durare non meno di 40-60 secondi. Non basta dunque la classica “sciacquata” sotto il rubinetto aperto e via. Il lavaggio deve essere certosino e approfondito, pulendo bene anche il dorso delle mani, lo spazio tra le dita e i polpastrelli, per rimuovere la stragrande maggioranza delle particelle virali potenzialmente presenti. Il “guscio” del coronavirus è infatti composto da uno strato lipidico (grasso) e proteine, che grazie al normale sapone può essere letteralmente distrutto. La reazione chimica, tuttavia, richiede un po' di tempo, per questo è necessario lavarsi le mani per un tempo sufficiente.
Quando acqua e sapone non sono disponibili, ad esempio quando ci si trova su un mezzo pubblico, o magari al bancomat per fare un prelievo, risultano particolarmente preziose le soluzioni disinfettanti con alcol e acqua, alla stregua dell'Amuchina. Gli igienizzanti a base alcolica devono contenere una concentrazione di alcol almeno del 75 percento; con questi prodotti, la cui azione non è dissimile da quella di acqua e sapone, sono sufficienti 30-40 secondi di sfregamento. Come specificato dal Ministero della Salute, gli igienizzanti idroalcolici vanno usati con le mani asciutte, altrimenti non sono efficaci, e non bisogna abusarne poiché possono innescare secchezza della pelle. Esistono in commercio anche presidi medico-chirurgici e soluzioni biocide che possono essere efficaci contro il SARS-CoV-2; anche in questo caso non si deve abusarne, poiché come sottolineato potrebbe innescarsi resistenza da parte dei batteri, e favorire così le infezioni.
Il lavaggio delle mani può sembrare un gesto semplice e scontato per noi, ma secondo una recente indagine condotta da scienziati dell’Università di Washington, circa un quarto della popolazione mondiale non ha accesso all’acqua pulita e al sapone. Ciò significa che ben 2 miliardi di persone hanno un rischio superiore di restare contagiate dal coronavirus, così come di trasmettere la COVID-19.