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Lo zucchero non provoca il diabete di tipo 2 e l’infarto: lo studio che lo assolve

Ricercatori americani di diversi e prestigiosi atenei hanno dimostrato che non c’è alcuna relazione diretta tra il consumo di zucchero e l’insorgenza del diabete di tipo 2 e delle malattie cardiovascolari. Gli studiosi hanno misurato i livelli di zuccheri nelle urine di 80mila donne, seguite per ben 16 anni.
A cura di Andrea Centini
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Lo zucchero non provoca il diabete di tipo 2 e non è nemmeno direttamente responsabile delle patologie cardiovascolari. Ad ‘assolvere' l'alimento, più volte finito sul banco degli imputati, un copioso team di studiosi americani coordinato da esperti della Scuola di nutrizione e promozione della salute presso il College of Health Solutions dell'Università Statale dell'Arizona. All'indagine hanno collaborato anche scienziati della prestigiosa Scuola di Medicina dell'Università di Harvard e della Division of Public Health Sciences presso l'Università di Seattle. Una task force che ha ribaltato quello che per certi versi è un luogo comune; del resto il diabete di tipo 2 è tecnicamente scatenato dalla carenza di un ormone – l'insulina – deputato al controllo della glicemia. Ma torniamo allo studio.

Gli scienziati americani, coordinati dalla professoressa Natasha Tasevska, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto un approfondito studio epidemiologico su oltre 80mila donne, che sono state seguite per 16 anni in seno al progetto di ricerca Women’s Health-Observational Study. Tasevka e colleghi hanno analizzato i livelli di zucchero nell'organismo delle partecipanti – tutte in post menopausa – attraverso un biomarcatore rilevato nei campioni di urine. Hanno portato avanti un'indagine oggettiva ed elegante, ben distante dagli approcci tradizionali, nei quali l'associazione tra livelli di zuccheri e patologie è solitamente legata alla compilazione di questionari “self-reported” (cioè dagli stessi pazienti), la cui precisione non è assolutamente paragonabile a quella della misurazione di un biomarcatore.

Dall'analisi statistica dei dati, coadiuvata da un algoritmo messo a punto dagli stessi scienziati, è emerso che le concentrazioni di zuccheri (come saccarosio, lattosio, fruttosio e via discorrendo) non aveva alcuna relazione diretta con lo sviluppo del diabete di tipo 2 e con quella di eventi cardiovascolari. Il rischio per il primo è infatti risultato essere pari solo a 0,94 (IC 95%: 0.77, 1.15) mentre per le malattie cardiovascolari a 0,97 (0,87, 1,09). Ciò ovviamente non significa che lo zucchero non sia dannoso per la salute se assunto in determinate quantità, dato che ad esempio è stato associato alla crescita del cancro, al rischio di Alzheimer e all'invecchiamento precoce, ma che esso non è la causa diretta e scatenante del diabete di tipo 2 e delle patologie cardiovascolari. A veicolarli sarebbe dunque l'insieme dell'apporto calorico, e non lo specifico alimento. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica American Journal of Epidemiology.

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