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Lo zucchero come un antibiotico naturale: può curare le ferite e combattere i super batteri

Un docente dell’Università di Wolverhampton che si batte da anni per dimostrare l’efficacia dello zucchero nel curare le ferite è stato insignito di un prestigioso premio per la sua pionieristica ricerca.
A cura di Andrea Centini
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Lo zucchero può aiutare a guarire le ferite, inibendo la moltiplicazione dei batteri responsabili delle infezioni. Non è “stregoneria”, ma un rimedio naturale per il quale il dottor Moses Murandu, docente senior in infermieristica per adulti presso l'Università di Wolverhampton (Gran Bretagna), si batte da diversi anni, sfidando apertamente le case farmaceutiche. Da un simile prodotto, del resto, queste aziende non potrebbero ottenere alcun tipo di compenso. Ed è per questo che Murandu ha grande difficoltà a ottenere i finanziamenti per condurre la sua sperimentazione, pur avendo messo a punto uno studio pilota pubblicato sul Journal of Wound Care, la stessa rivista che a marzo 2018 lo ha insignito del prestigioso premio “The Best Research from a Developing Country Award”, cioè la migliore ricerca da un Paese in via di sviluppo.

Moses Murandu è infatti originario dello Zimbawe, ed è proprio nel Paese africano che ha imparato le proprietà curative dello zucchero. Quando era piccolo e si faceva male suo padre era solito mettergli del sale sulle ferite, un rimedio doloroso ma efficace; del resto non tutti avevano – e non lo hanno tuttora – facile accesso agli antibiotici. In alcuni casi, quando c'erano soldi a sufficienza per comprare lo zucchero, il padre al posto del sale usava proprio quest'ultimo per curare le sue ferite (con efficacia superiore e sicuramente meno dolore). Quando Murandu nel 1997 fu assunto come infermiere presso il prestigioso National Health System (NHS) britannico, rimase stupito del fatto che lo zucchero non fosse minimamente contemplato come strumento terapeutico per curare le ferite. Così decise di iniziare la sua personalissima ricerca, portando i risultati a incontri e congressi per dimostrare l'efficacia del rimedio naturale.

Ma perché lo zucchero può curare le ferite? Semplicemente, un'elevata concentrazione di zucchero inibisce la crescita dei batteri grazie alla capacità di assorbire l'umidità, che gli agenti patogeni sfruttano per moltiplicarsi. È lo stesso principio che protegge la marmellata ricca di zucchero dalla formazione del botulino, a differenza di altre tipologie di conserve. Nel suo studio pilota Murandu ha dimostrato che una bassa concentrazione di zucchero catalizza la crescita dei batteri, tuttavia, superata una certa soglia, ha l'effetto opposto interrompendone la moltiplicazione. Si tratta di un dato importante anche tenendo presente la lotta ai cosiddetti “super batteri”, cioè quelli resistenti agli antibiotici. Questi farmaci, inoltre, non sempre sono accessibili in tutto il mondo, dunque lo zucchero – ma anche il miele, come dimostrato da un altro studio – in determinati casi potrebbe davvero essere un prezioso alleato.

Murandu tiene a precisare che un simile trattamento non porrebbe alcun tipo di problema nei pazienti diabetici, poiché applicando lo zucchero sulla ferita non c'è la trasformazione del saccarosio in glucosio ad opera dell'enzima sucrasi. Il docente dell'Università di Wolverhampton ha raccolto i dati relativi a 41 pazienti trattati con lo zucchero nel Regno Unito, ma ancora non li ha pubblicati in un articolo ad hoc, pur avendoli presentati a convegni e meeting. La sua ricerca è stata comunque premiata dalla rivista scientifica Journal of Wound Care e l'eco mediatica potrebbe aiutarlo ad ottenere i finanziamenti di cui ha bisogno.

[Credit: Bru-No]

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